SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

PRANA 

Il Pranayama non è, come molti pensano, “qualcosa” sul respiro: il respiro in realtà ha poco a che fare con esso. Il respiro è solo una delle tante tecniche attraverso cui otteniamo il vero Pranayama.  Pranayama significa controllo del Prana. Secondo i filosofi indiani, l’intero universo è composto da due materie, una delle quali chiamata Akasha. È onnipresente e tutto compenetrante. Tutto quello che ha forma, tutto quello che è il risultato di una combinazione di elementi, deriva da questa materia chiamata Akasha. È l’Akasha che diventa l’aria, i liquidi, i solidi. È l’Akasha che diventa il sole, la luna, le stelle, le comete, ogni forma che vediamo, ogni cosa che può essere vista o sentita, ogni cosa che esiste. L’Akasha non può essere percepito; è così sottile che va oltre ogni ordinaria percezione. Può essere visto solo quando diventa grossolano, quando prende forma. All’inizio della creazione c’è solo l’Akasha. Alla fine del ciclo i solidi, i liquidi, e i gas torneranno Akasha di nuovo, e la nuova creazione avrà nuovo inizio dall’Akasha.  

[Il ruolo di Akasha, materia, e Prana, energia]

Quale energia trasforma l’Akasha in questo universo? L’energia del Prana. Esattamente come l’Akasha è l’infinita, onnipresente materia dell’universo, il Prana è l’infinita, onnipresente manifestazione dell’energia di questo universo. All’inizio e alla fine tutto diventa Akasha, e tutte le forze che sono nell’universo ritornano Prana. Nel prossimo ciclo dal Prana si evolve tutto quello che chiamiamo energia, tutto quello che chiamiamo forza. È il Prana che si manifesta come movimento. È il Prana che si manifesta come forza di gravità, come magnetismo. È il Prana che si manifesta come l’azione del corpo, come corrente nervosa, come forza del pensiero. Dal pensiero fino alla forza più bassa, tutto è manifestazione del Prana. La somma totale di tutte le forze dell’universo, mentali o fisiche, quanto tornano allo stato originale sono chiamate Prana. “Quando non c'era né alcuna cosa, né nulla, quando l’oscurità copriva l’oscurità, cosa esisteva allora? Akasha, la materia, esisteva senza moto.” Il movimento fisico del Prana era cessato, ma il Prana esisteva ugualmente.  [I cicli dell’universo] Alla fine di un ciclo le energie ora spiegate nell’universo si acquietano e diventano potenziali. All’inizio del nuovo ciclo ripartono, colpiscono l’Akasha e dall’Akasha si evolvono nelle varie forme, e come l’Akasha cambia, il Prana cambia e diventa le manifestazioni di energia. Conoscenza e controllo del Prana è il significato reale di Pranayama. [Il controllo del Prana] Questo ci apre la porta di un potere quasi illimitato. Supponiamo, per un istante, che un uomo comprenda il Prana perfettamente, e possa controllarlo, quale potere potrebbe avere? Egli sarebbe capace di spostare il sole e le stelle dal loro posto, controllare tutto nell’universo, dagli atomi alla stella più grande, perché controllerebbe il Prana. Questo è il fine e l’obiettivo del Pranayama. Quando lo Yogi diventa perfetto, non c’è niente nella natura che non possa essere sotto il suo controllo. Se ordina agli dei o alle anime dei defunti di tornare, verranno al suo comando. Tutte le forze della natura obbediranno a lui come schiavi. Quando l’ignorante vede questi poteri dello Yogi, li chiamano miracoli.  Una particolarità del modo di ragionare Indiano che che cercano sempre la massima generalizzazione, lasciando i dettagli a un secondo momento. La questione viene sollevata dai Veda: “Cos’è che, conoscendolo, ci permette di conoscere tutto?” In questo modo, tutti i libri, e tutte le filosofie che sono state scritte, sono stati scritti per dimostrare che conoscendo questo qualcosa tutto è noto. Se un uomo vuole conoscere questo universo pezzo per pezzo, deve conoscere ogni singolo granello, il che implica un tempo infinito. Non può conoscere tutto.

[Comprendere l’universo] 

Quindi come può essere la conoscenza? Come è possibile per una persona essere onnisciente attraverso i particolari? Lo Yogi dice che attraverso questa particolare manifestazione può esserci la generalizzazione. Dietro ogni idea particolare ce n’è una generale, un principio astratto. Afferralo, e hai compreso tutto. Esattamente come l’intero universo è stato sintetizzato nei Veda in una Unica Assoluta Esistenza, e chi ha afferrato quella Esistenza ha compreso l’intero universo, così tutte le forze sono state sintetizzate nel Prana, e chi riesce a comprendere il Prana comprende tutte le forze dell’universo, mentali o fisiche. Chi ha controllato il Prana ha controllato la sua mente, e tutte le menti che esistono. Chi ha controllato il Prana ha controllato il suo corpo e tutti i corpi che esistono, perché il Prana è la manifestazione della forza. 

[Come controllare l’energia] 

Come controllare il Prana è alla base del Pranayama. Tutti gli allenamenti e gli esercizi a questo proposito sono finalizzati a questo. Ogni persona deve iniziare dove si trova, deve imparare a controllare le cose che sono vicine a lui. Questo corpo è molto vicino a noi, più vicino di qualsiasi altra cosa dell’universo esterno, e la mente è più vicina di ogni altra cosa. Il Prana attivo nella mente e nel corpo è il più vicino a noi stessi di tutto il Prana di questo universo. Questa piccola onda di Prana che rappresenta le nostre energie, mentali e fisiche, è il più vicino di tutte le onde dell’infinito oceano del Prana. Se possiamo riuscire a controllare questa piccola onda, solo allora possiamo sperare di controllare tutto il Prana. Lo Yogi che ha fatto questo raggiunge la perfezione, non è più sottoposto a nessun potere. Egli diventa quasi onnipotente, quasi onnisciente.  Vediamo in ogni paese sette religiose che hanno cercato di controllare il Prana. In questo paese ci sono i guaritori, gli spiritualisti, gli Scientisti, gli ipnotisti eccetera. Se esaminiamo queste diverse organizzazioni, troveremo che tutte cercano il controllo del Prana, anche se magari non lo sanno neppure. Se tu porti ognuna delle loro teorie all’essenziale, il succo è quello. È sempre la stessa forza che stanno manipolando, solo inconsapevolmente. Hanno scoperto la forza e la usa inconsapevolmente senza conoscerne la natura, ma è la stessa forza degli Yogi, e viene dal Prana. [Il pensiero è una manifestazione del Prana] Il Prana è la forza vitale in ogni essere. Il pensiero è la più sottile ed elevata manifestazione del Prana. Il pensiero, come lo conosciamo, non è tutto. C’è anche quello che chiamiamo istinto o pensiero inconscio, il piano più basso dell’azione. Se una zanzara ci punge, la mano cercherà automaticamente di colpirla, istintivamente. Questa è un’espressione del pensiero. Tutte le azioni riflesse del corpo appartengono al piano del pensiero.  Ma c’è un altro piano del pensiero, quello conscio. Io ragiono, io giudico, io penso, io vedo i pro e in contro di una certa cosa. Ma anche questo non è tutto. Sappiamo che la ragione è limitata. La ragione può arrivare fino a un certo punto, oltre il quale non arriva. L’ambito in cui si muove è molto limitato. Ma molte cose entrano in questo ambito. Come le comete si avvicinano alla terra, certe cose entrano nel raggio della ragione. Ma è chiaro che vengono dall’esterno, anche se la ragione non è in grado di dire da dove. Le cause dei fenomeni che entrano in questo piccolo limite sono al di fuori di esso.

[Lo stato superconsapevole] 

La mente può esistere su un piano superiore, il superconscio. Quando la mente raggiunge questo stato, chiamato Samadhi, la perfetta concentrazione va oltre i limiti della ragione e raggiunge una consapevolezza che né istinto né ragionamento sono in grado di conoscere. Tutte le manipolazioni delle forze sottili del corpo, le diverse manifestazioni del Prana, se apprese, danno una spinta alla mente, aiutandola ad arrivare più in altro, diventare superconsapevole, rispetto ai luoghi dell’azione.  

 [L’unità dell’universo]

In questo universo c’è una sostanza continua in ogni piano di esistenza. Fisicamente l’universo è uno: non c’è differenza fra il sole e te. Lo scienziato ti dirà che è sono una finzione dire il contrario. Non c’è reale differenza fra questo tavolo e me. Il tavolo è un punto della materia, e io un altro punto. Ogni forma rappresenta un vortice dell’infinito oceano della materia, di cui nessuno è costante.  Esattamente come in un torrente ci possono essere milioni di vortici, l’acqua di ognuno di essi è diversa in ogni momento, girando vorticosamente per alcuni secondi, e quindi passando oltre, sostituita da altra acqua. Allo stesso modo l’intero universo è una massa di materia in continuo cambiamento, in cui le diverse forme di esistenza sono altrettanti vortici di materia. Una massa di materia entra nel vortice, diciamo un corpo umano, resta lì per qualche tempo, viene cambiata, e si trasforma in un’altra, ad esempio il corpo di un animale, e poi in un minerale. È un cambiamento continuo. Nessun corpo è immobile. Non c’è qualcosa come il mio corpo, il tuo corpo, eccetto che nelle parole.  

[Tutto cambia] 

Dell’enorme massa di materia dell’universo un punto si chiama luna, l’altro sole, l’altro uomo, un altro la terra, un altro una pianta, un altro un minerale. Nessuno è costante, ma ogni cosa cambia, materia che in eterno si fa e si disintegra. Così è per la mente. La materia è rappresentata dall’etere. Quando l’azione del Prana è la più sottile, questo stesso etere, nel suo più sottile stato di vibrazione, rappresenta la mente ma ci sarà ugualmente la materia. Se tu puoi semplicemente ottenere quella sottile vibrazione, vedrai e sentirai che l’intero universo è composto di sottili vibrazioni. Talvolta certe droghe hanno il potere di portarci, quando ancora nei propri sensi, in quella condizione. 

Molti di voi ricordano il celebre esperimento di Sir Humphrey Davy quando fu anestetizzato con il gas esilarante e, durante la lezione, rimase immobile, stupefatto. Dopo di che disse che l’intero universo era fatto di idee. Questo perché, per qualche tempo, le vibrazioni grossolane erano cessate e solo le vibrazioni sottili, che noi chiamiamo idee, erano visibili a lui. Egli poteva vedere le vibrazioni sottili intorno a lui, tutto era divenuto pensiero. L’intero universo era un oceano di pensiero, e tutti erano divenuti vortici di pensiero.  

[Dentro di noi l’universo dei pensieri] 

In questa maniera, anche nell’universo dei pensieri possiamo trovare unione, e alla fine, quando arriviamo al Sé, sappiamo che il Sé può essere solamente Uno. Oltre le vibrazioni della materia nei suoi aspetti sottili e grossolani, oltre il movimento c’è l’Uno. Persino nelle manifestazioni del movimento manifesto c’è unità. Questi fatti non possono più essere negati. La fisica moderna ha inoltre dimostrato che la somma totale delle energie nell’universo è la stessa dappertutto. È stato provato che questa somma totale esiste in due forme. Diventa potenziale, in forma attenuata, quieta, e quindi si manifesta in tutte le varie forze della natura. Quindi torna nello stato di quiete e poi si manifesta nuovamente. In questa maniera continua ad evolversi e ritornare in sé per tutta l’eternità.  

[Prana e Pranayama] 

Il controllo del Prana, come già detto, è ciò che si chiama Pranayama. La più ovvia manifestazione del Prana nel corpo umano è il movimento dei polmoni. Se si ferma, di regola si fermano immediatamente tutte le altre manifestazioni della forza nel corpo. Ma ci sono persone che riescono a imparare a far vivere il corpo anche quando il respiro si ferma. Ci sono persone che possono farsi seppellire per giorni, e vivere senza respirare. [Va osservato che molti animali, anche mammiferi di grandi dimensioni, vanno in letargo. È possibile che alcune persone abbiano la capacità di andare in letargo.]  Il Prana causa il respiro Per raggiungere il sottile occorre aiutarsi con il grossolano, e così, lentamente viaggiare verso il più sottile finché non raggiungiamo l’obiettivo. Pranayama significa controllare il movimento dei polmoni e questo movimento è associato con il respiro. Ma non è il respiro che produce il Prana. Al contrario è il Prana che causa il respiro. Questo movimento aspira l’aria come una pompa. Il Prana fa muovere i polmoni, e il movimento dei polmoni attira l’aria. Quindi il Pranayama non è respirare ma controllare il movimento muscolare che muove i polmoni.  

[Reimparare il controllo del corpo] 

La forza muscolare che va attraverso i nervi fino ai muscoli e da qui ai polmoni, facendoli muovere, è il Prana, quello che dobbiamo controllare con la pratica del Pranayama. Quando il Prana è controllato, scopriremo che le altre azioni del Prana nel corpo verranno sotto controllo. Io stesso ho visto persone che sono capaci di controllare quasi tutti i muscoli del corpo. Perché no? Se io ho il controllo su certi muscoli, perché non controllare tutti i muscoli e nervi del corpo? Chi lo vieta? Attualmente il controllo è in parte perduto [per molte persone], e il movimento è diventato automatico. Noi non possiamo muovere le orecchie a volontà, ma sappiamo che gli animali possono. Non abbiamo questo potere perché non lo esercitiamo. Questo è quello che chiamiamo atavismo [la capacità di recuperare funzioni fisiche presenti nell’antenato evolutivo dell’individuo] Sappiamo che il movimento che è diventato latente può essere manifestato di nuovo. Con pazienza e pratica, certe capacità del corpo che sono dormienti possono essere portate sotto controllo. Ragionando così scopriamo che non ci sono cose impossibili ma invece è probabile che ogni parte del corpo possa essere messa sotto controllo. È quello che lo Yogi compie attraverso il Pranayama. 

 [Tutto è contagioso, nel bene e nel male] 

Forse qualcuno ha letto che nel Pranayama, quando inspiriamo, si riempie l’intero corpo di Prana. In inglese Prana viene tradotto “breath”, respiro, e molti hanno la tendenza a chiedere come si fa. L’errore è nella traduzione. Ogni parte del corpo può essere riempita di Prana, la forza vitale, e quando siamo capaci di farlo, possiamo controllare l’intero corpo. Tutte la malattie e i problemi del corpo possono essere perfettamente controllate. Non solo: è possibile anche controllare il corpo altrui. Tutto è contagioso in questo mondo, nel bene e nel male.  Se il tuo corpo ha un certo grado di tensione, avrà la tendenza a produrre la stessa tensione negli altri. Se tu sei forte e in salute, quelli che vivono vicino a te avranno la tendenza ad essere forti e in salute. Se hai la tendenza ad essere debole e malato, chi è intorno a te avrà la stessa tendenza. Nel caso dell’uomo che cerca di guarire l’altro, la prima idea è semplicemente cercare di trasferire la propria salute all’altro. Questo è il modo primitivo di guarire. Consciamente o inconsciamente, la salute può essere trasferita. Un uomo molto forte, vivendo con una persona molto debole, può renderla un po’ più forte, consapevolmente o no. Quando viene fatto consapevolmente è più rapido e avviene in modo migliore. Poi ci sono quei casi in cui un uomo può non essere in buona salute lui stesso, ma può portare buona salute agli altri. In questi casi la persona ha un po’ più di controllo sul Prana, e può stimolarlo, temporaneamente, fino a un certo livello di vibrazione, trasmettendolo a un’altra persona.  

[Esiste la distanza?] 

Ci sono casi in cui questo processo ha avuto luogo a distanza, ma in realtà non esistono distanze, nel senso di interruzioni. Dov’è una distanza che è anche un’interruzione? C’è qualche interruzione fra te e il sole? Si tratta di una massa di materia continua, il sole è una parte, tu un’altra. Ci sono interruzioni fra una parte di fiume e l’altra? Come fanno le energie a viaggiare? Non ci sono ragioni che lo impediscano. Casi di guarigione a distanza sono autentici. Il Prana può essere trasmesso a grandi distanze. Ma per ogni caso vero, ci sono centinaia di truffe.  Questo processo di guarigione non è facile come sembra. In molti casi si scopre che il guaritore semplicemente si avvantaggia della naturale salute del corpo umano. Un medico allopatico arriva e tratta un malato di colera, gli dà le sue medicine. L’omeopata arriva e prescrive le sue, e magari cura meglio dell’allopatico perché le sue medicine non disturbano il paziente, ma permettono alla natura di fare il suo corso. Il guaritore cura ancora di più perché porta la potenza della mente e risveglia, attraverso la fede, il Prana dormiente nel corpo del paziente.  

[La fede da sola non basta] 

C’è un errore che viene costantemente commesso dai guaritori: pensano che sia la fede a guarire la persona. Ma la fede da sola non basta. Ci sono malattie per cui i peggiori sintomi sono che il paziente non sa di essere malato. La fede del paziente a sua volta diventa un sintomo di malattia e abitualmente indica che morirà presto. In questi casi il principio della fede che cura non si applica. È attraverso il Prana che passa la guarigione. L’uomo puro, che ha controllato il Prana, ha il potere di portarlo a certi livelli di vibrazione, trasmissibili ad altri, che raggiungono vibrazioni simili. Si vede in molte azioni quotidiane. Io ti parlo. Cosa sto cercando di fare? In un certo senso sto portando la mia mente a un certo livello di vibrazione, e più ci riesco, più riuscirò a influenzarvi. Tutto quello che si vede è che un certo giorno sono più entusiasta e la lezione è più apprezzata. Quando sono meno entusiasta, si sente la mancanza di interesse.  

[Lo scopo del Raja-Yoga] 

Le grandi volontà del mondo, gli influenzatori del mondo, possono portare il loro Prana a un alto livello di vibrazione, ed è così grande e potente che prendono gli altri in un momento, e a migliaia sono attratti da loro, e mezzo mondo pensa come loro. I grandi profeti hanno un meraviglioso controllo del Prana, che dà loro una enorme forza di volontà, e questo dà loro il potere di modificare il mondo. Tutte le manifestazioni di potere sgorgano da questo controllo. Gli uomini possono non conoscere il segreto, ma questa è la spiegazione. Qualche volta nel tuo stesso corpo il Prana gravita in un’area sola. L’equilibrio è disturbato, e quando l’equilibrio è disturbato si produce quella che chiamiamo malattia. Portando via l’eccesso di Prana, oppure spostandolo dove serve, si cura la malattia. Questo è sempre Pranayama: capire quando c’è troppo o poco Prana in una parte del corpo di quella che dovrebbe esserci. Le percezioni diventeranno così sottili che la mente sentirà che c’è più o meno Prana nell’alluce o nel dito, e avrà la capacità di rifornirlo. Queste sono le varie funzioni del Pranayama. Devono essere apprese lentamente e gradualmente. Come si vede lo scopo del Raja-Yoga è quello di insegnare il controllo e le direzioni dei diversi piani di Prana. Quando un uomo ha concentrato le sue energie, egli padroneggia il Prana del suo corpo. Quando un uomo sta meditando, sta anche concentrando il Prana.  [L’oceano dell’energia] In un oceano ci sono grandi onde, come montagne, quindi onde più piccole, e ancora più piccole, fino alla schiuma — ma tutte fanno parte dell’oceano infinito. La schiuma è connessa con l’oceano da una parte, l’onda gigantesca dall’altra. Allo stesso modo un uomo può essere un gigante, un altro può essere una bolla, ma entrambi sono connessi con l’infinito oceano di energia, comune diritto di nascita di ogni animale che nasce. Ovunque ci sia la vita, il magazzino dell’infinita energia è lì.  Nascendo come fungo, come microscopica bolla di schiuma, e traendo energia dall’infinito deposito, una forma viene cambiata lentamente e con costanza finché nel corso del tempo non diventa una pianta, un animale, poi un essere umano, infine Dio. Questo avviene attraverso milioni di anni, ma cos’è il tempo? Un aumento di velocità, di contrasto è in grado di superare lo spazio del tempo. Ciò che normalmente richiede tanto tempo per essere conseguito, può essere abbreviato con l’intensità dell’azione, dice lo Yogi.  

[L’intensità dell’azione cambia il tempo richiesto] 

Un uomo che sta lentamente traendo l’energia dall’infinita massa dell’universo, e forse, richiede centomila anni per diventare un Deva, e cinquecentomila per diventare più elevato, e forse cinque milioni di anni per diventare perfetto. Con una crescita rapida, il tempo può essere accorciato. È possibile, con energia sufficiente, raggiungere questa perfezione in sei mesi o sei anni? Non ci sono limiti. La ragione lo dimostra. Se un motore, con una certa quantità di carbone, corre due miglia l’ora, correrà la stessa distanza in meno tempo con più carbone. Allo stesso modo, perché l’anima, intensificando la sua azione, non può raggiungere la perfezione in questa stessa vita? Tutti gli esseri raggiungeranno alla fine l’obiettivo, lo sappiamo. Ma chi vuole aspettare tutti questi milioni di ere? Perché non raggiungere la perfezione immediatamente, in questa forma corporea, in questa forma umana? Perché non posso raggiungere l’infinita conoscenza, l’infinito potere, subito? 

[Quanto tempo serve per raggiungere la perfezione?] 

L’ideale dello Yogi, l’intera scienza dello Yoga, è diretto verso il fine di insegnare agli uomini come, intensificando la capacità di assimilazione, abbreviare il tempo per raggiungere la perfezione, invece di avanzare lentamente da punto a punto aspettando che l’intera razza umana sia diventata perfetta. Tutti i grandi profeti, santi e visionari del mondo cos’hanno fatto? Nell’arco di una vita hanno vissuto l’intera vita dell’umanità, attraversando l’intera lunghezza di tempo che alla persona ordinare richiede per raggiungere la perfezione. In una vita perfezionano sé stessi, non pensano ad altro, non vivono momento con altre idee, e in questo modo abbreviano i tempi. Questo è quello che si intende per concentrazione, intensificando il potere di assimilazione, abbreviando i tempi. Il Raja-Yoga è la scienza che ci insegna come ottenere la capacità di concentrazione. 

[Pranayama e spiritualismo]

 Cosa ha a che fare il Pranayama con lo spiritualismo? Anche lo spiritualismo è una manifestazione del Pranayama. Se è vero che gli spiriti delle persone morte esistono, solo che non li possiamo vedere, è probabile che ce ne siano centinaia di milioni che non possiamo né vedere, né sentire né toccare. Possiamo passare continuamente attraverso il loro corpi e non loro non sentono noi. È un cerchio dentro a un cerchio, un universo nell’universo.  Abbiamo cinque sensi e rappresentiamo il Prana in certi stati di vibrazione. Tutti gli esseri nello stesso stato di vibrazione si vedono fra di loro, ma se ci sono essere in uno stato più elevato, non si possono vedere. 

Possiamo aumentare l’intensità della luce fino a non vedere nulla, ma possono esserci esseri con occhi così potenti che possono guardare simili luci. Anche, se le vibrazioni sono molto basse, noi non vediamo la luce, ma ci sono animali che possono vedere, come gatti e gufi. La nostra gamma di visione è un solo piano di vibrazione del Prana. Prendi questa atmosfera, per esempio: è posta strato su strato, ma gli strati vicino alla terra sono più densi di quelli in altro, e man mano che vai verso l’alto l’atmosfera diventa sempre più sottile. Oppure prendi il caso dell’oceano: man mano che vai in profondità la pressione dell’acqua aumenta, e animali che vivono nel fondo dell’oceano non vengono mai in superficie, perché altrimenti scoppierebbero. [Le vibrazioni dell’universo] Pensa all’universo come a un oceano di etere, consistente di strati su strati di vari gradi di vibrazione sotto l’azione del Prana. Lontano dal centro le vibrazioni sono minori, vicino al centro diventano sempre più veloci, un ordine di vibrazioni fanno un piano superiore. Quindi suppone che queste gamme di vibrazioni siano tagliate in piani, tot milioni di miglia un piano di vibrazioni, e così via. È quindi probabile che coloro che vivono a un certo livello di vibrazioni siano in grado di riconoscerne uno a un piano sopra di sé. Nondimeno, così come col telescopio e col microscopio aumentiamo le nostre possibilità di visione, allo stesso modo con lo Yoga portiamo noi stessi a uno stato di vibrazione di un altro piano, consentendoci di vedere cosa c’è. Immagina che la stanza sia piena di esseri che non vediamo. Rappresentano il Prana in un certo stato di vibrazione, mentre non siamo in un altro stato. Supponiamo che loro siano a un livello superiore, e noi inferiore. Prana è la materia di cui sono composti, come noi.  Tutti siamo parte dello stesso oceano di Prana, loro sono diversi solo per velocità di vibrazione. Se posso portare me stesso allo stessa velocità, questo piano immediatamente cambia per me: non possono più vedere le persone, ma appaiono gli altri. Alcuni sanno già che questo è vero: Tutto questo che porta la mente in uno stato superiore di vibrazione è incluso in una parola dello Yoga: Samadhi. Tutti questi stati di vibrazione superiore, supersonica vibrazione della mente, sono raggruppati in una parola, Samadhi, e gli stati inferiori del Samadhi ci danno visioni di questi esseri. I livelli più elevati del Samadhi sono quelli in cui si vede la realtà vera, quando vediamo il materiale di cui sono costituiti i diversi livelli dell’universo, e quando conosciamo un pugno di argilla conosciamo tutta l’argilla dell’universo.  

[Lo Yoga è il controllo del Prana] 

In questa maniera vediamo che il Pranayama include tutto quello che è vero nello spiritualismo. Ugualmente, possiamo scoprire che ovunque ogni setta o gruppo di persone sta cercando qualcosa di occulto o mistico o nascosto, quello che stanno facendo in realtà è Yoga, un tentativo di controllo del Prana. Scoprirai che ovunque c’è una straordinaria manifestazione di potere, è la manifestazione del Prana. Persino le scienze fisiche possono essere inclusi nel Pranayama. Cosa muove il motore a vapore? Il Prana, agendo attraverso il vapore. Cosa sono tutti i fenomeni dell’elettricità se non Prana? Cos’è la scienza fisica? La scienza del Pranayama, attraverso mezzi fisici. Il Prana, manifestando sé stesso come potere mentale, può essere controllato da mezzi mentali. Quella parte del Pranayama che cerca di controllare le manifestazioni fisiche del Prana con mezzi fisici è la Scienza della Fisica, e quella parte che cerca di controllare le manifestazioni del Prana come forza mentale attraverso i mezzi mentali si chiama Raja-Yoga. 

 Gianni Lombardi. Raja-Yoga di Vivekananda: Nuova traduzione in italiano (Italian Edition) Edizione del Kindle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RAJA YOGA - I PRIMI PASSI 

Il Râja-Yoga è diviso in otto passi.  Il primo è Yama, che comprende [cinque punti fondamentali per le relazioni sociali]: non violenza, verità, non rubare, continenza, non attaccamento.  Il secondo è Niyama [che comprende altri cinque punti, relativi al comportamento personale]: pulizia e purezza, appagamento, austerità, studio, resa a Dio [e all’universo].  Quindi arriva Asana, o la posizione. Poi Pranayama, o il controllo del Prana [attraverso il respiro e adeguata disciplina]. Pratyahara, o il raccoglimento dei sensi distaccandoli dai loro oggetti. Dharana, concentrare la mente su un singolo oggetto o punto. Dhyana, o meditazione. Infine Samadhi o la super-consapevolezza.  Yama e Niyama, come vediamo, sono esercizi morali, [indicazioni per comportarsi con gli altri e nei confronti di sé stesso]. Senza [queste regole di comportamento] alla base, nessuna pratica di Yoga avrà successo. Man mano che Yama e Niyama si stabiliscono, lo Yogi comincia a realizzare i frutti della sua pratica. Senza di essi non porterà mai frutti.  Uno Yogi non deve ferire nessuno, né col pensiero, con la parola, con azioni. La compassione non deve essere solo per gli esseri umani, ma deve andare oltre e comprendere il mondo intero. [Asana, la posizione] Il passo successivo è Asana, la posizione o postura del corpo. [Si tratta di] una serie di esercizi, fisici e mentali, da praticare ogni giorno, fintanto che gli stati più elevati non sono raggiunti. È quindi necessario raggiungere la capacità di stare in una posizione a lungo.  La posizione più facile per sé deve essere la prescelta. Per praticare la meditazione una certa posizione può essere agevole per una persona, e molto difficile per un’altra. Scopriremo più avanti che durante lo studio di queste materie psicologiche una grande attività si svolge nel corpo. Correnti nervose devono essere neutralizzate e avviate presso nuovi canali. Nuove vibrazioni avranno inizio, l’intera costituzione del corpo sarà rimodellata nel frattempo. Ma la gran parte dell’attività si svolgerà lungo la colonna vertebrale, per cui una cosa indispensabile è mantenere la colonna dorsale eretta, mantenendo le tre parti - torace, collo e testa - in una linea retta [visti frontalmente. Lateralmente la spina farà la consueta curva ad “S” che abbiamo quando siamo in piedi: l’ostacolo, perché ciò avvenga, saranno la forza e la flessibilità dei muscoli. Per questo, per praticare meditazione, è utile avere una schiena forte e flessibile, e muscoli posteriori lunghi, forti e flessibili].  

Controllare il corpo per controllare la mente

Se consenti che il peso del torso sia supportato dalle costole, ottieni una naturale postura con la spina diritta. Puoi facilmente osservare che non puoi pensare bene se hai il torace incassato.  Questa parte dello Yoga è simile allo Hatha-Yoga che si occupa interamente del corpo fisico, avendo come obiettivo un corpo molto forte. Non ci riguarda in questo momento, perché le pratiche dello Hatha-Yoga possono essere molto difficili e non possono essere apprese in un giorno. Infine, tutto considerato, non portano neppure a una grande crescita spirituale. [Anche se secondo la Haha-Yoga Pradipika lo Hatha-Yoga è una utile preparazione per il Raja-Yoga.] Molte di queste pratiche possono essere trovate nel [metodo] Delsarte e altri insegnanti. [François Delsarte era un musicista francese del XIX secolo che ha sviluppato esercizi di rilassamento e respirazione adatta per musicisti, cantanti e attori] Ma l’oggetto di queste pratiche è fisico e non psicologico. Non c’è un solo muscolo del corpo su cui l’essere umano non possa stabilire un controllo perfetto. Il cuore può essere fermato e riavviato a volontà, e ogni parte dell’organismo può essere controllata in modo simile. 

Utilità e limiti dello Hatha-Yoga 

Il risultato di questa branca dello Yoga è consentire agli uomini di vivere a lungo; la salute è l’obiettivo principale dello Hatha-Yogi. Egli è determinato a non ammalarsi, e questo non succede mai. Egli vive a lungo: cento anni non sono nulla per lui; è giovane e fresco a centocinquant’anni, senza un capello grigio. Ma questo è tutto. Un albero di baniano vive fino a cinquemila anni, ma è un albero di baniano e nulla di più. Allo stesso modo, se un uomo vive a lungo, è solo un animale in buona salute.  [Va detto che] diverse cose che ci insegnano gli Hatha-Yogi sono comunque molto utili. Per esempio, molti scopriranno che un buon rimedio per il mal di testa può essere lavare il naso con acqua fredda appena alzati al mattino. Per tutta la giornata il cervello sarà fresco e tranquillo, e non si prenderanno più raffreddori. È molto facile da fare: si mette il naso in acqua, si aspira attraverso le narici e si espelle attraverso la bocca. [La tradizione dello Hatha-Yoga insegna più precisamente la pratica di Jala-Neti, lavare le due narici facendo passare acqua fredda o tiepida, leggermente salata, attraverso le narici. Si usa una specie di teiera il cui beccuccio si infila in una narice, tenendo la testa inclinata l’acqua esce dall’altra narice. Per provare, chiedere istruzioni a un insegnante esperto perché sono necessari alcuni accorgimenti e occorre tenere la testa in una posiziona particolare] [La purificazione dei nervi] Quando si è appreso a stare seduti in modo eretto, secondo alcune scuole occorre praticare la cosiddetta purificazione dei nervi. Questa parte viene respinta da alcuni che non praticano Raja-Yoga, ma siccome un’autorità così grande come il commentatore Shankaracharya la consiglia, penso che debba essere menzionata. Citerò le sue stesse indicazioni, dal commento della Shvetashvatara Upanishad:  “La mente le cui scorie sono state pulite dal Pranayama si concentra sul Brahman; qui si spiega il Pranayama. Prima i nervi devono essere purificati, quindi viene la capacità di praticare il Pranayama. Chiudendo la narice destra con il pollice, attraverso la sinistra si inspira, secondo la propria capacità. Quindi, senza intervallo, si espira attraverso la narice narice destra, chiudendo la sinistra. Di nuovo si inala attraverso la narice destra e si espira attraverso la sinistra, secondo la propria capacità. Praticando da tre a cinque volte in quattro orari del giorno - prima dell’alba; a mezzogiorno; alla sera; a mezzanotte - in quindici giorni la purificazione dei nervi è ottenuta. Quindi inizia il Pranayama”. 

Tutto dipende dalla pratica

La pratica è assolutamente necessaria. Puoi stare seduto e ascoltarmi per ore ogni giorno, ma se non pratichi, non raggiungerai lo stadio successivo. Tutto dipende  dalla pratica. Non capiamo queste cose finché non le sperimentiamo. Ascoltare spiegazioni e teorie è utile ma non è sufficiente.  [Gli ostacoli alla pratica. 1, la salute] Ci sono numerosi ostacoli alla pratica. Il primo ostacolo è un corpo dalla salute malferma. Se il corpo non è in buona salute, la pratica verrà ostacolata. Quindi dobbiamo mantenere il corpo in buona salute. Dobbiamo fare attenzione a quello che mangiamo, beviamo e facciamo. Usa la forza della mente per mantenere il corpo forte, come consiglia il “Cristianesimo Scientista”. Questo è tutto, nulla di più dal corpo. Non dobbiamo dimenticare che la salute è solo un mezzo per raggiungere un fine. Se la salute fosse l’unico fine, saremmo come animali: gli animali raramente si ammalano.   

2, il dubbio

 Il secondo ostacolo è il dubbio. Ci sentiamo sempre dubbiosi sulle cose che non possiamo vedere. L’uomo non può vivere di parole, per quanto ci provi. Così, il dubbio ci assale sia che ci sia la verità in queste cose, sia che non ci sia. Anche i migliori fra noi dubitano ogni tanto. Con la pratica, nel giro di pochi giorni, un lampo di speranza arriva, abbastanza da incoraggiarci a proseguire. Come dicono alcuni commentatori della filosofia Yoga, “Quando una prova è ottenuta, per quanto piccola, questa ci dà fede su tutto l’insegnamento l’insegnamento dello Yoga”. Per esempio, dopo i primi mesi di pratica, scoprirai di poter indovinare i pensieri di un’altra persona. Ti arrivano in forma di immagini. Oppure puoi sentire che qualcosa sta avvenendo a grande distanza, quando concentri la mente con il desiderio di ascoltare. Questi lampi arriveranno, pochi per volta inizialmente, ma abbastanza per darti fede, forza e speranza.  Per esempio, se concentri il pensiero sulla punta del naso, in pochi giorni cominci a sentire le più meravigliose fragranze, che saranno sufficienti per mostrati che certe percezioni mentali possono essere rese visibili anche senza il contatto degli oggetti fisici. Ma dobbiamo sempre ricordare che questi sono solo i mezzi: l’obiettivo, il fine, la meta di tutto questo addestramento fisico e mentale è la liberazione dell’anima. L’assoluto controllo della nostra natura, nondimeno, è l’obiettivo. Dobbiamo essere i padroni, non gli schiavi della natura. Né il corpo né la mente devono essere il padrone, né dobbiamo scordare che il corpo appartiene a me, non io al corpo.  

La ricerca del Sé 

Un dio e un demone andarono per imparare sul sé da un grande saggio. Studiarono con lui per lungo tempo. Alla fine il saggio disse loro: “Voi stessi siete l’Essere che cercate”.  Entrambi pensarono che i loro corpi fossero il sé. Tornarono dalla loro gente soddisfatti e dissero: “Abbiamo imparato tutto quello che deve essere imparato. Mangia, bevi e sii allegro. Noi siamo il sé, non c’è niente oltre noi stessi”.  La natura del demone era ignorante, ottusa, e quindi non indagò ulteriormente ma era perfettamente contento di essere Dio, che con il Sé si intendesse il corpo.  Il dio invece aveva una natura più pura. Inizialmente commise l’errore di pensare: “Io, questo corpo, sono il Brahman: per cui devo tenerlo forte e in buona salute, ben vestito, e offrirgli ogni genere di gioia”. Ma in pochi giorni si rese conto che quello non poteva essere l’intenzione del saggio, il loro maestro. Doveva esserci qualcosa di più elevato. Così tornò indietro e disse: “Maestro, mi hai insegnato che questo corpo è il Sé? Se è così, io vedo tutti i corpi morire, il Sé non può morire”. Il saggio disse: “Cerca. Tu sei Quello”. Allora il dio pensò che le forze vitali che lavorano nel corpo erano quello che il saggio intendeva. Ma, dopo qualche tempo, trovò che se mangiava queste forze vitali restavano forti, se digiunava diventavano deboli. Il dio tornò quindi di nuovo dal saggio e disse: “Maestro, intendi dire che le forze vitali sono il Sé?” Il saggio rispose: “Scoprilo da solo. Tu sei questo.”

Il dio ritornò a casa ancora, pensando che forse era la mente il Sé. Ma in breve tempo vide che i pensieri erano così variabili, ora buoni, ora cattivi, la mente era troppo mutevole per essere il Sé. Quindi tornò dal saggio e disse: “Maestro, io non penso che la mente sia il Sé. Era questo che mi avevi detto?” “No,” replicò il saggio, “Tu sei Quello. Trovalo da solo”. Il dio tornò nuovamente a casa, a alla fine trovò che lui stesso era il Sé, oltre ogni dubbio, uno senza nascita e senza morte, che la spada non poteva ferire né il fuoco bruciare, che l’aria non poteva asciugare né l’acqua bagnare, senza inizio e senza fine, immobile, intangibile, onnisciente, onnipotente. Che non è né il corpo né la mente ma oltre essi. Quindi era soddisfatto. Invece il povero demone non trovò la verità, a causa del suo attaccamento al corpo.  

“Corpo” è il nome che diamo a una serie di cambiamenti

 Questo mondo ha molte nature demoniache di questo genere, ma anche alcuni dei. Se si propone di insegnare una scienza per aumentare il potere dei sensi e i loro piaceri, moltitudini sono pronte. Se uno decide di mostrare l’obiettivo supremo, pochi ascoltano.  Molto pochi hanno hanno la capacità di comprendere l’elevatissimo, meno ancora la pazienza di conseguirlo. Ma c’è qualcuno che ha compreso che, anche se potessimo far vivere il corpo per mille anni, il risultato finale sarebbe sempre il solito. Quando le forze che tengono il corpo insieme se ne vanno, il corpo svanisce. Nessun uomo è mai nato che fosse in grado di fermare l’eterno cambiamento del corpo. “Corpo” è il nome che diamo a una serie di cambiamenti. “Come in un fiume le masse d’acqua continuano a cambiare in ogni momento, e nuove masse arrivano, prendendo forma simile, così avviene per il corpo.” Ciononostante il corpo deve essere mantenuto forte e sano. È lo strumento migliore che abbiamo. 

L’importanza dell’esperienza umana

 Questo corpo umano è il più grande dell’universo, e l’essere umano è la cosa più grande. [Nella scienza moderna si dice che il cervello umano sia l’oggetto più complesso dell’universo] L’uomo è il più elevato di tutti gli animali, e di tutti gli angeli. Nessuno è più grande dell’essere umano. Persino gli dei, i Deva, devono tornare sulla terra e conseguire la salvezza attraverso il corpo umano. L’uomo solamente è in grado di conseguire la perfezione, i Deva no. Secondo gli Ebrei e i Maomettani, Dio creò l’uomo dopo aver creato gli angeli e tutto il resto. Dopo aver creato l’uomo Egli chiede agli angeli di salutarlo, e tutti lo fecero eccetto Iblis [nome con cui nell’Islam viene indicato il diavolo]. E così Dio lo maledisse e Iblis divenne Satana. Dietro questa allegoria c’è la grande verità per cui la nascita umana è la più grande nascita che possiamo avere. Le creature inferiori, gli animali, sono ottusi e composti principalmente di Tamas. Gli animali non possono avere pensieri elevati, mentre angeli e dei non possono raggiungere la liberazione senza nascita umana. Nella società umana, alla stessa maniera, troppa ricchezza o troppa povertà sono un grande impedimento per lo sviluppo dell’anima. È dalla classe media che i grandi esseri umani provengono. Qui le forze sono equilibrate. 

 Pranayama, il controllo dell’energia attraverso il respiro 

Tornando al nostro tema, è il momento del Pranayama, il controllo del pana attraverso il controllo del respiro. Cosa c’entra con la concentrazione dei poteri della mente? Il respiro è come il volano della macchina, il corpo. In una macchina il volano distribuisce l’energia a tutti i meccanismi. Il respiro è il nostro volano, quello che fornisce e regola l’energia di tutto il corpo. 

Dal grossolano al sottile

C’era una volta un ministro di un grande re. Egli cadde in disgrazia. Il re, come punizione, lo fece rinchiudere in cima a una torre altissima. Il ministro fu lasciato lì a languire. Egli aveva comunque una fedele moglie che di notte andò nei pressi della torre e chiamò il marito per chiedergli come avrebbe potuto aiutarlo.  L’ex ministro le disse di tornare la sera seguente portando con sé una lunga fune, un rotolo di spago grosso, un rotolo di spago sottile, del filo di seta, un grosso coleottero e un po’ di miele. Sorpresa per la strana richiesta, la brava moglie comunque eseguì fedelmente, tornando la sera dopo con gli articoli richiesti. Il marito le disse di attaccare il filo di seta al coleottero, quindi di sporcargli le antenne con il miele, poi di lasciarlo libero sul muro con la testa rivolta verso l’alto. Lei obbedì in tutto e il coleottero iniziò il suo lungo viaggio verso l’alto. Fiutando il miele davanti a sé il coleottero lentamente procedette verso l’alto, nella speranza di raggiungere il miele, finché alla fine non giunse alla cima della torre, dove il ministro lo afferrò impossessandosi della cima del filo di seta.  Egli disse alla moglie di legare un capo dello spago sottile al filo di seta. Tirandolo su, prese il capo dello spago sottile e disse alla moglie di legare lo spago grosso. Infine ripeté il procedimento con la fune. Il resto fu facile. Il ministro discese dalla torre attraverso la fune, compiendo la sua fuga.  Nel nostro corpo il movimento del respiro è il “filo di seta”. Imparando a controllarlo prendiamo il controllo anche delle correnti nervose, lo spago sottile. Da qui prendiamo controllo dello spago grosso, la corrente dei pensieri, e infine la fune del Prana, [l’energia vitale], controllando la quale raggiungiamo la libertà. 

Il mistero del corpo 

Noi non conosciamo niente dei nostri corpi, non possiamo conoscerli. Nella migliore delle ipotesi possiamo prendere un cadavere e tagliarlo a pezzi, e c’è chi prende un animale e lo seziona per vedere cosa c’è all’interno del suo corpo. Ciononostante, tutto questo tagliare non ha nulla a che fare con i nostri corpi.  Conosciamo molto poco del nostro corpo. Perché questo? Perché la nostra percezione non è abbastanza sottile per comprendere i movimenti finissimi che avvengono dentro di noi. Possiamo conoscerli solo quando la mente diventa più sottile ed entra più profondamente nel nostro stesso corpo. Per avere le percezioni sottili dobbiamo cominciare con le percezioni più grossolane. Dobbiamo comprendere cosa mette il motore in movimento. Questo è il Prana, la cui più evidente manifestazione è il respiro.  

Attraverso il respiro possiamo controllare il corpo

Quindi, attraverso il respiro, possiamo lentamente entrare nel corpo, che ci consentirà di percepire le forze più sottili, le correnti nervose che si muovono attraverso il corpo. Quando riusciamo a percepirle e impariamo a sentirle, cominciamo a controllarle, e controllare il corpo. La mente viene a sua volta messa in movimento, così alla fine riusciamo ad avere il perfetto controllo del corpo e della mente, rendendoli i nostri servitori. La conoscenza è potere. Quindi dobbiamo iniziare dal principio, con il Pranayama, controllando il Prana. Il Pranayama è un soggetto importante, e ci vorranno diverse lezioni per illustrarlo in modo approfondito. Ne parleremo sezione per sezione.

 La pratica quotidiana è fondamentale 

Vedremo gradualmente le ragioni di ciascun esercizio e le forze che si muovono nel corpo. Tutto questo ci arriverà, ma richiede costante pratica. Nessun ragionamento è una prova convincente, finché non provi in prima persona con la pratica. Appena cominci a sentire le correnti in movimento dentro di te, i dubbi svaniranno, ma questo richiede paziente pratica ogni giorno. Occorre praticare almeno due volte al giorno ogni giorno, e i momenti migliori sono al mattino e alla sera. Quando la notte diventa giorno, e il giorno notte, uno stato di relativa calma si attesta. L’alba e il tramonto sono momenti di calma fisiologica e naturale. Il corpo ha la tendenza a diventare calmo in questi momenti. Dobbiamo trarre vantaggio da questa condizioni naturali e praticare.  Prendi l’abitudine tassativa di non mangiare finché non hai praticato. Se lo fai, l’appetito ti aiuterà a sconfiggere la pigrizia. In India insegnano a bambini a non mangiare mai finché non hanno praticato o detto le preghiere, e diventa un’abitudine naturale dopo qualche tempo. Un ragazzo non sentirà la fame finché non ha fatto le abluzioni e detto le preghiere. [Dove praticare] Chi può permetterselo farà bene a dedicare una stanza solo per la pratica. Non dormire in quella stanza, per mantenerla sacra. Non devi entrare nella stanza prima di lavarti, ed essere puro nel corpo e nella mente. Metti sempre fiori in quella stanza: sono il miglior arredamento per gli Yogi, insieme a piacevoli immagini. Brucia incenso al mattino e alla sera. Non litigare, non arrabbiarti, non avere pensieri cattivi in quella stanza. Permetti di entrarvi solo a chi è in sintonia con te. Quindi gradualmente l’atmosfera della stanza diventerà sacra, in modo tale che quando ti senti depresso, triste, dubbioso, o la tua mente è disturbata, il semplice fatto di entrare in questa stanza ti placherà.  Questa è la ragione di templi e chiese, e in molti di essi trovi un’atmosfera sacra ancor oggi, anche se in altri questa atmosfera è perduta. L’idea è che mantenendo sacre vibrazioni nella stanza il posto diventa e resta illuminato. Comunque chi non può permettersi di dedicare una stanza alla pratica, può praticare dove vuole. 

 Come praticare

Siedi con la schiena diritta, e la prima cosa da fare è inviare una corrente di pensieri benevoli a tutto il creato. Ripeti mentalmente: “Che tutti gli esseri siano felici, tutti siano pacifici, tutti siano in pace”, diretto verso est, sud, nord e ovest. Più lo fai, meglio ti senti. Sentirai che il modo più facile per essere in salute è augurarsi che tutti siano in salute, e il modo più facile per essere felici e vedere che tutti siano felici.  Dopo di che, chi crede in Dio dovrebbe pregare, non per il denaro, non per la salute, non per il paradiso. Pregare per la conoscenza della luce: ogni altra preghiera è egoista. Quindi la prossima cosa da fare è pensare al proprio corpo e curare che sia forte e in salute, perché è il migliore strumento che abbiamo. Pensalo forte come il diamante, e che con l’aiuto di questo corpo attraverserai l’oceano della vita. La libertà non può essere raggiunta dal debole. Abbandona ogni debolezza. Di’ al tuo corpo che è forte, di’ alla mente che è forte, e abbi sconfinata fede e speranza in te stesso.

 Gianni Lombardi. Raja-Yoga di Vivekananda: Nuova traduzione in italiano (Italian Edition) Edizione del Kindle.

 

 

Prefazione, di Swami Vivekananda 

Sin dall’alba della storia, fra gli essere umani sono stati osservati numerosi fenomeni straordinari. Ma nei tempi moderni chi ne è testimoni non sempre desidera attestare simili eventi, anche in società che vivono lo splendore della scienza moderna. La gran parte dei casi le prove sono considerate inaffidabili, come se fossero provenienti da persone ignoranti, superstiziose o da imbroglioni. In molti casi i cosiddetti miracoli sono finzioni. Ma cosa cercano di imitare?  Una mente scientifica e onesta non esclude nessuna ipotesi senza adeguata investigazione. Molti scienziati, incapaci di spiegare svariati e straordinari fenomeni mentali, cercano di ignorarne la loro stessa esistenza. Sono quindi, per alcuni aspetti, più criticabili di coloro che pensano che le loro preghiere siano state esaudite da un essere, o da o più esseri che vivono sopra le nuvole, oppure coloro che pensano che i loro desideri possano cambiare il corso dell’universo. Questi ultimi hanno la scusa dell’ignoranza, o almeno di un sistema educativo lacunoso che ha insegnato loro la dipendenza da simili esseri, una dipendenza che è divenuta parte della loro natura. I primi invece non hanno scuse.

[Il Raja-Yoga è una scienza] 

[In India,] questi fenomeni prodigiosi sono stati indagati e studiati per migliaia di anni. Ogni area delle possibilità religiose e spirituali dell’uomo è stata analizzata, e il risultato pratico è la scienza del Raja-Yoga. A differenza dei moderni scienziati, il Raja-Yoga non nega l’esistenza di fatti che sono difficili da spiegare. Al contrario, in modo sobrio ma senza incertezze, dice alle persone superstiziose che i miracoli e le risposte alle preghiere, e i prodigi della fede, benché  reali, non possono essere spiegati con la superstizione o con l’azione di esseri che stanno sopra le nuvole. Dichiara invece che ogni essere umano è solo un condotto per l’infinito oceano di conoscenza e potere che giace oltre l’umanità. Insegna che desideri e voglie sono nell’uomo, e che il potere di esaudirli sono sempre nell’uomo; e che ogni volta che un desiderio o una necessità sono stati risolti, una preghiera è stata esaudita, è avvenuto per l’infinita fonte della natura, e non per intervento soprannaturale.  

[Manifestazioni sottili e grossolane della natura] 

L’idea di esseri soprannaturali [sopra di noi] può sostenere la capacità di azione dell’uomo, ma porta anche decadenza spirituale. Porta infatti dipendenza, paura, superstizione. Degenera in un’orribile credenza nella naturale debolezza dell’uomo. Non esiste il soprannaturale, dice invece lo Yogi, ma in natura ci sono manifestazioni grossolane e manifestazioni sottili. Il sottile è la causa, il grossolano è l’effetto. Il grossolano può essere facilmente percepito dai sensi, non così il sottile.  La pratica del Raja-Yoga conduce il praticante all’acquisizione di percezioni sempre più sottili. 

[La liberazione dell’anima] 

Tutti i sistemi ortodossi della filosofia indiana hanno un obiettivo, la liberazione dell’anima attraverso la perfezione. Il metodo pratico è lo yoga. La parola Yoga copre un immenso spazio di significato, ma sia la scuola filosofica Samkhya sia la scuola Vedanta indicano lo Yoga in una forma o nell’altra. L’oggetto di questo libro è la forma di Yoga conosciuta come Raja-Yoga. Gli Aforismi di Patanjali sono la più autorevole opera sulla disciplina del Raja-Yoga, e rappresentano il libro di studio fondamentale. Gli altri filosofi, anche se occasionalmente differiscono da Patanjali su alcuni punti filosofici, in genere ne accettano il metodo. La prima parte di questo libro comprende diverse lezioni svolte da questo autore a New York. La seconda parte è una libera traduzione degli aforismi (sutra) di Patanjali, con un commento di accompagnamento. [Questa seconda parte non è stata tradotta perché esistono in commercio numerosissime traduzioni e commenti degli Yogasutra più aggiornati e approfonditi, sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista divulgativo.] Sforzi sono stati compiuti per evitare eccessivi tecnicismi, mantenendo uno stile semplice e piano. Nella prima parte ci sono alcune indicazioni pratiche semplici e specifiche per lo studente che vuole praticare. Ma è sempre opportuno ricordare che, con rare eccezioni, lo Yoga può essere appreso con sicurezza solo dal diretto contatto con un insegnante. Se queste conversazioni ottengono il risultato di risvegliare il desiderio di approfondimenti, l’insegnante apparirà. Il sistema di Patanjali è basato sul sistema filosofico Samkhya, con poche differenze.

Le due più importanti sono:  

1. Patanjali ammette un Dio Personale nella forma di un primo insegnante di Yoga, mentre il solo Dio che il Samkhya ammette è un essere quasi perfetto temporaneamente responsabile del ciclo di creazione.

2. Lo Yogi considera di essere tutt’uno con l’anima, o Purusha (spirito), mentre il Samkhya no. 

— L’Autore.

 

Gianni Lombardi. Raja-Yoga di Vivekananda: Nuova traduzione in italiano (Italian Edition) Edizione del Kindle.

INTRODUZIONE AL RAJA-YOGA 

Tutta la nostra conoscenza è basata sull’esperienza. Anche quella che chiamiamo inferenza, in cui andiamo dal dettaglio al generale, o viceversa, ha sempre l’esperienza alla sua base. In quelle che sono chiamate scienze esatte si trova facilmente la verità perché si richiama alla particolare esperienza di ogni essere umano. Lo scienziato non ci chiede di credere in qualcosa, ma ottiene certi risultati che vengono dalla sua esperienza, e ragionando su di essi ci chiede di credere nelle sue conclusioni, appellandosi a qualche universale esperienza dell’umanità. In ogni scienza esatta c’è una base comune a tutta l’umanità, in modo che possiamo vedere una volta per tutte la verità o la falsità delle conclusioni tratte. Ora la domanda è: la religione ha simili basi oppure no? Io mi sento di rispondere sia affermativamente, sia negativamente. La religione, così come viene generalmente insegnata in tutto il mondo, si dice sia basata su fede e credenza. In molti casi consiste solo in differenti insiemi di teorie, e questa è la ragione per cui tutte le religioni spesso sono in contrasto fra loro. Queste teorie, a loro volta, sono basate su fede e credenze.

Qualcuno a un certo punto afferma che ci sia un grande Essere seduto sopra le nuvole che governa l’intero universo, e chiede di credere unicamente sulla base delle sue asserzioni. Allo stesso modo, io posso avere le mie idee e chiedere agli altri di aderirvi; se mi chiedono perché, non sono in grado di fornire motivi plausibili. Questo è il motivo per cui religione e filosofie metafisiche hanno una cattiva fama. Ogni persona istruita sembra dire “Queste religioni sono loro mucchi di teorie senza alcun fondamento, ognuno predica quello che gli piace.” Ciononostante, c’è una base universale nella religione, in grado di governare tutte le diverse teorie e tutte le varie idee delle diverse sette dei diversi paesi del mondo. Andando alla loro base ci rendiamo conto che anch’esse sono basate sull’esperienza universale. [Religioni con un libro sacro e religioni senza libro] In primo luogo, se analizziamo tutte le varie religioni del mondo, scopriremo che sono divise in due classi: quelle con un libro sacro e quelle senza libro. Quelle con un libro sono le più forti e hanno un più ampio numero di seguaci. Quelle senza libro sono in gran parte estinte, oppure hanno un seguito piccolo. Tuttavia, in ognuna di esse [le religioni del libro] troviamo un consenso di opinioni:

le verità che insegnano sono il risultato dell’esperienza di particolari persone. I Cristiani chiedono di credere in Cristo, nella sua religione, e il fatto che lui è la reincarnazione di Dio, di credere in Dio, nell’esistenza dell’anima, e in un mondo migliore per quell’anima. Se ne chiedo le ragioni, il Cristiano mi dice di avere fede. Ma se vai alla fonte della Cristianità, scoprirai che è basata sull’esperienza. Cristo disse di avere visto Dio; i discepoli di avere sentito Dio, e così via. Allo stesso modo nel Buddismo si tratta dell’esperienza del Buddha. Egli sperimentò  certe verità, le vide, entrò in contatto con esse, e le predicò al mondo. Lo stesso vale per l’Induismo. Nei loro libri gli autori, che sono chiamati Rishi o saggi, dichiarano di avere sperimentato alcune verità, e queste predicano. In questo modo è chiaro che tutte le religioni del mondo sono basate sopra quella universale e adamantina fondazione di tutta la nostra conoscenza: l’esperienza diretta. I profeti hanno tutti visto Dio, hanno visto la propria anima, hanno visto il loro futuro, hanno sperimentato l’eternità, e ciò che hanno visto hanno predicato.  C’è solo una differenza: secondo queste religioni, specialmente nei tempi moderni, viene fatta una speciale affermazione, ovvero che quelle esperienze non sono più possibili possibili oggi. Erano possibili solo per poche persone, pochi eletti, i primi fondatori delle religioni che portano il loro nome. Oggi queste esperienze non sarebbero più possibili, e quindi dobbiamo credere nella religione in quanto tale.  Questo io lo nego. Se c’è stata un’esperienza in questo mondo in una particolare branca della conoscenza, ne segue assolutamente che tale esperienza è stata possibile milioni di volte prima e potrà essere ripetuta eternamente. L’uniformità è la rigorosa legge della natura: quello che è successo una volta può succedere sempre. 

[La vera essenza della spiritualità]

I saggi della scienza dello Yoga, quindi, dichiarano non solo che la religione è basata sull’esperienza di antichi tempi, ma anche che nessun uomo può essere religioso finché non ha le stesse esperienze lui stesso. Lo Yoga è la scienza che ci insegna come fare queste esperienze. Non serve a niente parlare di religione se non la si sperimenta. Perché ci sono così tanti contrasti, guerre e discussioni nel nome di Dio? Ci sono stati più spargimenti di sangue nel nome di Dio che per altre cause, perché i popoli non sono mai andati alla fonte. Si accontentavano di seguire le tradizioni dei loro antenati, e volevano che gli altri facessero la stessa cosa. Che diritto ha un uomo di affermare di avere un’anima se non la sente, o di dire che esiste un Dio se non lo vede? Se c’è un Dio dobbiamo vederlo, se c’è un’anima dobbiamo percepirla. In caso contrario, meglio non credere. È meglio essere sinceramente atei piuttosto che ipocriti.  [La metafisica è inutile?] Dall’altra parte, l’idea moderna fra i maggiori studiosi è che religione, metafisica e ogni ricerca di un Essere Supremo sia futile. Per molte persone istruite l’idea della religione sembra non avere basi: il suo unico valore sembra essere che fornisca dei motivi per essere buoni e bravi cittadini. Se gli uomini credono in Dio, pensano alcuni, è più probabile che divengano buoni, morali e bravi cittadini. Non possiamo incolparli per queste idee, visto che il genere di educazione che ricevono è il condizionamento a credere una serie di nozioni astratte, senza sostanza concreta. Gli si chiede di vivere secondo le parole. È possibile? Se fosse possibile, io non avrei nessuna considerazione per la natura umana. L’uomo aspira alla verità, vuole sperimentare la verità in prima persona. Quando l’ha sperimentata, dichiarano i Veda, allora tutti i dubbi svaniscono, l’oscurità si squarcia. “O figli dell’immortalità, persino quelli che vivono nelle più alte sfere, la via è trovata; c’è una via fuori da questa oscurità, e questa è percepire Colui che è oltre tutta l’oscurità; non c’è altra via.” [Un metodo scientifico: il Raja-Yoga] La scienza del Raja-Yoga propone all’umanità un metodo pratico e scientifico per raggiungere la verità. In primo luogo ogni scienza deve avere il suo metodo di investigazione. Se vuoi diventare un astronomo e gridi “Astronomia! Astronomia!” questa non arriverà mai. Lo stesso con la chimica.  Occorre seguire una certa metodica. Devi andare in un laboratorio, prendere diverse sostanze, mischiarle, farle reagire, sperimentare, e da queste esperienze verrà la conoscenza della chimica. Se vuoi diventare astronomo devi andare in un osservatorio, prendere un telescopio, studiare le stelle e i pianeti, e quindi diventerai un astronomo. Ogni scienza ha i suoi metodi. Io posso predicare migliaia di sermoni, ma questi non ti faranno diventare religioso, finché non avrai praticato il metodo. Queste sono le verità dei saggi di ogni paese, di ogni era, di uomini puri e privi di egoismo, che non hanno altri motivi che fare del bene al mondo. Tutti dichiarano di avere trovato delle verità più grandi di quelle che i sensi ci comunicano, e invitano a verificarle.  Ci chiedono di intraprendere il metodo e praticarlo onestamente, e quindi se non troveremo questa verità più elevata, avremo diritto di dire che non ci sono verità nelle loro asserzioni. Ma prima di aver verificato non siamo razionali nel negare la verità delle loro asserzioni. Quindi dobbiamo lavorare con fiducia usando i metodi prescritti, e la luce arriverà. [L’osservazione alla base della conoscenza] Per acquisire la conoscenza facciamo uso delle generalizzazioni, e queste sono basate sull’osservazione. Prima osserviamo i fatti, poi generalizziamo, e quindi traiamo conclusioni sui principi. La conoscenza della mente, dell’interna natura dell’uomo, del pensiero, non potrebbe esistere se non avessimo la capacità di osservare i fatti che avvengono all’interno di noi stessi. È relativamente facile osservare i fatti del mondo esterno, poiché molti strumenti sono stati inventati a questo scopo, ma per osservare il nostro mondo interno non abbiamo strumenti che ci aiutino. Ma dobbiamo osservare per avere una vera conoscenza. Senza appropriata analisi, qualsiasi scienza sarebbe senza speranza, pura teoria. E questo è il motivo per cui gli psicologi hanno sempre discusso fra loro, eccetto quei pochi che avevano trovato i mezzi di osservazione. 

[La mente per osservare la propria mente]

La scienza del Raja-Yoga, in primo luogo, propone di darci questi mezzi per osservare gli stati interni. Lo strumento è la mente stessa. Il potere di attenzione, quando adeguatamente guidato e diretto verso il mondo interno, analizzerà la mente, e illuminerà i fatti per noi. I poteri della mente sono come i raggi di luce dissipati; quando vengono concentrati, essi illuminano. Questo è il nostro unico mezzo di conoscenza. Tutti lo usano, sia nel mondo esterno sia in quello interno. Ma, per lo psicologo, la stessa minuta osservazione deve essere diretta verso il mondo interno, la stessa che lo scienziato dirige verso il mondo esterno. Questo richiede una grande quantità di pratica.  Dalla nostra infanzia in avanti ci hanno insegnato a prestare attenzione solo al mondo esterno, ma non al mondo interno, per cui molti di noi hanno quasi perso la capacità di osservare i meccanismi interni. Fermare le distrazioni della mente, portarla a concentrarsi con tutto il suo potere su sé stessa, in modo che possa conoscere la sua stessa natura, è molto difficile e richiede molto lavoro. Ma [probabilmente] questa è l’unica via per utilizzare un metodo scientifico di conoscenza dell’oggetto mente. A cosa serve questa conoscenza? In primo luogo, la conoscenza stessa è la più grande ricompensa a sé stessa. Secondariamente è utile perché porterà via la nostra sofferenza. Quando, analizzando la propria mente, l’uomo entra in contatto diretto con qualcosa di eterno che non sarà mai distrutto, qualcosa che per sua natura è eternamente puro e perfetto, non sarà mai più miserabile o infelice. Tutta la sofferenza umana viene dalla paura e dal desiderio insoddisfatto. [Essenzialmente la sofferenza è la paura del futuro e il desiderio insoddisfatto di quello che non possiamo o non riusciamo a ottenere] L’uomo può scoprire che non morirà mai, e quindi non avrà più paura della morte. Quando scopre di essere perfetto, non avrà più desideri vani, e in assenza di paura e di desiderio, non ci sarà più sofferenza ma perfetta beatitudine, persino in questo corpo. [La concentrazione della mente] C’è un solo metodo con cui ottenere questa conoscenza, ed è chiamato concentrazione. Il chimico nel suo laboratorio concentra tutte le energie della mente in un solo punto, nei materiali che sta analizzando, e così scopre i suoi segreti. L’astronomo concentra tutte le energie della sua mente e le proietta attraverso il telescopio verso i cieli; e così le stelle, il sole e la luna gli offrono i loro segreti. Più concentro il mio pensiero sui temi di cui sto parlando con te, più luce riesco a irradiare su di te e sul tema. Quando tu mi ascolti, più ti concentri e più facilmente riesci ad afferrare quello che ti dico. Tutta la conoscenza del mondo non è stata acquisita grazie alla concentrazione della mente? Il mondo è pronto a cedere tutti i suoi segreti se solo sappiamo come bussare, come dare il colpo necessario. La forza del colpo che apre le porte viene solo dalla concentrazione. Non c’è limite al potere della mente umana. Più è concentrata, maggiore è il potere che si scarica su un singolo punto. Questo è il segreto. 

[I segreti della mente]

È facile concentrare la mente sulle cose esterne, la mente naturalmente va verso l’esterno. Ma non è il caso della religione, della psicologia, della metafisica, dove il soggetto e l’oggetto sono uno. L’oggetto è interno, la mente stessa è l’oggetto, ed è necessario studiare la mente: la mente che studia la mente. Sappiamo che esiste un potere della mente chiamato riflessione. Io parlo con te. Allo stesso tempo sto a parte, come se fossi una seconda persona, conoscendo e ascoltando quello che sto dicendo. Tu lavori e pensi allo stesso tempo, mentre una porzione della tua mente sta al tuo fianco e vede quello che stai pensando. I poteri della mente dovrebbero esser concentrati e rivolti su sé stessa. E, come i luoghi più oscuri rivelano i loro segreti sotto i raggi penetranti del sole, così la mente concentrata penetra e rivela i suoi stessi segreti. In questa maniera arriviamo alla base della fede, l’autentica spiritualità della religione. Possiamo comprendere in modo diretto se abbiamo un’anima, se la vita dura cinque minuti o l’eternità, se c’è un Dio nell’universo e altro. Ci verrà rivelato. Questo è quello che il Raja-Yoga promette di insegnare. L’obiettivo di questo insegnamento è come concentrare la mente e quindi come scoprirne i segreti più nascosti. Infine, generalizzare il suo contenuto e trarne le conclusioni. Lei, in ogni caso, non chiede mai quale sia la nostra religione, se siamo Deisti o Atei, se Cristiani, Ebrei o Buddisti. Siamo esseri umani; questo è sufficiente. Ogni essere umano ha il diritto e la potenzialità di ricercare spiritualità e religione. Ogni essere umano ha il diritto di chiedere la ragione ultima, perché esistiamo, e avere questa domanda risposta per sé stesso, se solo si impegna a trovarla. 

[La mente è la parte più sottile del corpo] 

Fin qui, quindi, vediamo che nello studio del Raja-Yoga nessuna fede o credenza particolare è necessaria. Non sei obbligato a credere finché non trovi tu stesso; questo è quello che ci insegna. La verità non richiede supporti per stare in piedi. Pensi che i fatti del nostro risveglio spirituale richiedano sogni o immaginazione per essere provati? Certamente no. Lo studio del Raja-Yoga richiede solo lungo tempo e costante pratica. Una parte di questa pratica è fisica, ma in gran parte è mentale. Man mano che procediamo scopriremo quanto la mente sia collegata con il corpo. Se pensiamo che la mente sia semplicemente una parte più sottile del corpo, e che la mente agisce nel corpo, allora è evidente che il corpo agisce con la mente. Se il corpo è malato, anche la mente si ammala. Se il corpo è sano, la mente è altrettanto sana e forte. Quando uno è arrabbiato, la mente viene disturbata. Quando la mente è disturbata, il corpo diventa a sua volta disturbato. Per la maggioranza dell’umanità la mente è sotto il controllo del corpo, e quindi è molto poco sviluppata. La gran parte dell’umanità è poco distante dagli animali. Non solo, ma in molti casi il loro autocontrollo è poco più elevato di quello degli animali. Abbiamo poco controllo della nostra mente. Pertanto per dominarla, per controllare corpo e mente, dobbiamo usare certi accorgimenti fisici. Quando il corpo è sufficientemente controllato, possiamo tentare la manipolazione della mente. Manipolando la mente, siamo in grado di portarla sotto controllo, farla lavorare come desideriamo, e farla concentrare come desideriamo.  [Il sottile è la causa, il grossolano l’effetto] Secondo i Raja-Yogi, il mondo esterno è solo la forma grossolana di quello interno, o sottile. Il sottile è la causa, il grossolano l’effetto. Quindi il mondo esterno è l’effetto, quello interno la causa. Allo stesso modo le forze esterne sono semplicemente le parti grossolane, di cui le forze interne sono quelle sottili. L’uomo che ha scoperto e appreso come manipolare le forze interne porta l’intera natura sotto il suo controllo. Lo Yogi si propone nientemeno di manipolare l’intero universo, controllare la natura. Desidera arrivare al punto in cui le “leggi della natura” non hanno più nessuna influenza su di lui, il punto in cui è in grado di superarle. Egli sarà il padrone della natura, interna ed esterna. Il progresso e la civilizzazione della specie umana semplicemente significano controllare questa natura.  Differenti popoli intraprendono diversi processi per controllare la natura. Così come nella stessa società alcuni individui vogliono controllare la natura esterna e altri quella interna, allo stesso modo fra i popoli alcuni vogliono controllare la natura esterna, altri quella interna. Alcuni dicono che controllando il mondo esterno controlliamo tutto. Altri che controllando la natura interna controlliamo tutto. Portando i due concetti all’estremo, entrambi hanno ragione, perché nell’universo non c’è una reale divisione fra interno ed esterno. Queste sono limitazioni arbitrarie che non sono mai esistite. Gli esternalisti e gli internalisti sono destinati a incontrarsi allo stesso punto, quando entrambi raggiungono gli estremi della loro conoscenza. Esattamente come un fisico, quando spinge agli estremi la sua conoscenza la scopre fondersi con la metafisica, allo stesso modo un metafisico scoprirà che ciò che chiama mente e ciò che chiama materia non hanno reali distinzioni perché la realtà è Unica. [La fisica quantistica sta arrivando a formulare ipotesi analoghe, come ha fatto notare “Il Tao della fisica” di Fritjof Capra.] [Attenti ai misteri] Il fine e obiettivo di tutte le scienze è scoprire l’unità, l’Uno da cui tutto viene fabbricato, l’Uno che esiste come molti. Il Raja-Yoga propone di partire dal mondo interno, studiare la natura interna e attraverso ciò, controllare l’intero, interno ed esterno. È un tentativo molto antico. In India ha avuto particolare intensità, ma è stato tentato anche in altre nazioni. Nei paesi Occidentali veniva considerato misticismo e le persone che cercavano di praticarlo venivano bruciate o uccise come streghe o stregoni. In India, per varie ragioni, cadde nelle mani di persone che distrussero il 90% della conoscenza, e cercarono di rendere impenetrabile segreto il rimanente. In tempi moderni sono sorti in Occidente cosiddetti maestri molto peggiori di quelli indiani, perché mentre questi conoscevano qualcosa, i moderni imitatori non sapevano nulla.  Tutto quello che è segreto e misterioso in questi sistemi di Yoga deve essere rifiutato una volta per tutte. La miglior guida nella vita è la forza. Nella religione, come in altre materie, occorre scartare tutto quello che indebolisce, perché non ha nulla a che fare con essa. Il culto dei misteri indebolisce il cervello umano. Ha pressoché distrutto lo Yoga, una delle scienze più grandi. Da quando fu scoperto, più di quattromila anni fa, lo Yoga fu perfettamente delineato, formulato e predicato in India. Colpisce il fatto che [nelle opere scritte] più è moderno il commentatore più ci sono errori, mentre più è antico l’autore più il commento è razionale. Molti scrittori moderni parlano di ogni genere di mistero. In questo modo lo Yoga cadde nelle mani di poche persone che ne fecero un segreto, invece di lasciarlo splendere sotto la luce del giorno. Lo fecero per avere più potere personale.  

[Il maestro deve dire tutto] 

In primo luogo, non c’è mistero in quello che insegno. Il poco che so ve lo dico tutto. Quello che sono in grado di comprende lo spiego, per quello che non conosco farò riferimento a ciò che dicono i libri. È sbagliato credere ciecamente. Devi esercitare il tuo ragionamento e giudizio; devi praticare, e vedere se le cose accadono o no. Esattamente come ti comporteresti con qualsiasi altra scienza. Non c’è né mistero né pericolo. Tutto quello che è vero deve essere predicato nelle pubbliche vie, in piena luce. Ogni tentativo di mistificazione crea pericolo. [La filosofia Samkhya alla base dello Yoga] Prima di procedere, parlerò un po’ di filosofia Samkhya, su cui l’intero Raja-Yoga è basato. Secondo la filosofia Samkhya la genesi della percezione avviene così: lo stimolo degli oggetti esterni viene portata dagli organi esterni ai rispettivi centri del cervello, questi portano lo stimolo alla mente, da qui alla facoltà cosciente, e qui il Purusha (l’anima, lo spirito) riceve lo stimolo, da cui la percezione. Dopo di che il Purusha dà gli ordini necessari ai centri motori. Con l’eccezione del Purusha, tutti gli organi coinvolti sono materiali, ma la mente è di una materia più sottile degli organi esterni. Il materiale di cui la mente è composta forma la materia sottile chiamata Tanmatra. Questi diventano grossolani e costituiscono la materia esterna. Questo afferma la filosofia Samkhya. E così fra l’intelletto e la materia grossolana c’è solo una differenza di grado. Il Purusha, lo spirito eterno, è l’unica cosa che è immateriale. La mente è uno strumento a disposizione dell’anima, attraverso il quale l’anima cattura gli oggetti esterni. La mente è sempre oscillante e in cambiamento e può, quando perfezionata può avere attaccamento a molte cose, una sola o nessuna. Per esempio, se io ascolto un orologio con grande attenzione, non vedo niente attraverso gli occhi, dimostrando che la mente non è in quel momento collegata con l’organo visivo ma lo è con l’organo auditivo. Ma la mente perfezionata può collegarsi a tutti gli organi simultaneamente. Ha inoltre il potere riflessivo di guardare in sé stessa e nelle sue profondità. Questo potere riflessivo è quello che gli Yogi vogliono ottenere, concentrando i poteri della mente, portandoli verso l’interno, cercando di conoscere cosa accade al suo interno. Qui non è questione di semplice fede: è l’analisi a cui sono arrivati alcuni filosofi. La fisiologia moderna ci dice che gli occhi non sono gli organi della visione, ma che l’organo è in uno dei centri nervosi del cervello, e così tutti gli altri sensi. La fisiologia ci dice che questi centri sono fatti della stessa materia del cervello stesso. La filosofia Samkhya ci conferma la stessa cosa. La prima è un’affermazione della fisiologia, la seconda è psicologica. Ciononostante sono uguali. Ma il nostro campo di ricerca si estende oltre.  

[Uno stato di percezione superiore] 

Lo Yogi propone di conquistare quel fine stato di percezione in cui può sentire tutti diversi stati mentali. Ci sono percezioni mentali di ognuno di essi. Si può percepire come la sensazione viaggia, come la mente la riceve, come arriva a una determinata facoltà, come questo arriva fino al Purusha. Così come ogni scienza richiede certe preparazioni e un suo proprio metodo, che deve essere seguito anche senza essere compreso pienamente, come nel Raja-Yoga. [Dieta spirituale] Certe regole riguardo al cibo sono necessarie. Dobbiamo usare quel cibo che ci permette di avere la mente più pura possibile. Se vai in un giardino zoologico, vedi la dimostrazione pratica. Vedi gli elefanti, grandi animali ma calmi e gentili; se vai alle gabbie di leoni e tigri vedi animali nervosi, che dimostrano quanta differenza fa il cibo. Tutte le forze che stanno lavorando nel corpo fisico sono prodotte dal cibo: lo vediamo ogni giorno. Se inizi a digiunare, prima il tuo corpo diventa debole, la forza fisica ne soffre; dopo qualche giorno anche la forza mentale ne soffre. Prima di tutto la memoria svanirà. Poi arriva un punto in cui diventa difficile pensare, difficilissimo seguire un ragionamento. All’inizio della pratica dobbiamo quindi osservare quale cibo assumiamo, essere particolarmente disciplinati. Poi sarà possibile essere più flessibili: quando la pianta è giovane ha bisogno di sostegno, poi quando diventa un albero i sostegni si possono togliere perché è abbastanza forte da resistere da solo a tutti gli assalti. 

Uno Yogi deve evitare i due estremi del lusso e dell’austerità. Non deve digiunare né torturare la carne. Chi lo fa, dice la Bhagavad-Gita, non può essere uno Yogi: “Chi digiuna, chi veglia incessantemente, chi dorme troppo, chi lavora troppo, chi non lavora, nessuno di essi può essere uno Yogi” (Bhagavad-Gita, VI, 16).

Gianni Lombardi. Raja-Yoga di Vivekananda: Nuova traduzione in italiano (Italian Edition) Edizione del Kindle.

 

 

 

 

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Che cos’e’ il sistema craniosacrale

Il sistema nervoso centrale è l’unica struttura del nostro corpo a non essere soggetta alla forza di gravità. Si tratta di un sistema idraulico semichiuso, in cui il liquido cerebrospinale, prodotto nei plessi corioidei dei ventricoli cerebrali, circola nello spazio subaracnoideo di encefalo e midollo spinale per essere riassorbito nelle granulazioni aracnoidee. In questo modo, esattamente come ognuno di noi quando viveva nel ventre materno “galleggiando” indifferente alla forza di gravità, il sistema nervoso galleggia nel fluido costituito dal liquido cerebrospinale. Come il feto è in collegamento con l’esterno attraverso gli organi di senso e il cordone ombelicale, così il nostro sistema nervoso, oltre che con gli organi di senso (che ad esso sono direttamente collegati) scambia informazioni con l’esterno grazie al fluido in cui è immerso.

In realtà, alcune ricerche recenti sembrano confermare la circolazione del liquido cerebrospinale in tutti i tessuti del corpo, attraverso una rete fittissima, parallela a quella dei capillari e del sistema nervoso. Ma poiché la ricerca medicoscientifica (è un fatto, non una notazione polemica) è possibile solo se sponsorizzata e finanziata dalle aziende agroalimentari, chimiche e farmaceutiche, che possono e devono ricavare un utile dai risultati della ricerca stessa, è a tutti evidente come la ricerca sul significato dell’esistenza del sistema craniosacrale passerà sempre in secondo piano rispetto a quelle che possono condurre al brevetto di un nuovo farmaco.

A tutt’oggi, quello che la scienza biomedica sa della funzione del liquido cerebrospinale, (prodotto attraverso la filtrazione del sangue nella quantità da 100 a 1000 cc al giorno) è solo che in parte esso garantisce una “ammortizzazione” degli urti che potrebbero danneggiare il sistema nervoso, e in parte che esso svolge la funzione di nutrire e depurare da sostanze tossiche i delicati tessuti nervosi.

Da sempre la medicina occidentale ha considerato i fluidi corporei (a partire dalla dottrina degli umori della medicina ippocratica) come veicoli di malattie, al punto che fino a (relativamente) poco tempo fa, digiuni, salassi, clisteri e ogni altra pratica che servisse ad espellere fluidi erano considerate il rimedio principe contro ogni malattia. Oggi fortunatamente riteniamo che come per tutti i fluidi, la funzione del liquido cerebrospinale potrebbe essere quella di agire da trasportatore di informazioni: insieme al liquido sono trasportate vitamine, tossine, neurotrasmettitori e relative informazioni. Queste possono giungere attraverso gli organi di senso alle strutture nervose deputate alla loro elaborazione, e da qui essere trasportate nel resto del corpo a tutte le cellule tramite la circolazione del liquido cerebrospinale, che è direttamente in contatto con tali strutture nervose, e che dopo la filtrazione nei ventricoli cerebrali le conduce attraverso tutto il corpo.

Esistono altre informazioni non cognitive, che sfuggono cioè alla nostra percezione ed elaborazione consapevole: per esse il sistema deputato è quello immunitario, il nostro occhio interno, che vigila incessantemente per proteggerci e per informarci non solo sugli “attacchi” di sostanze tossiche in senso materiale, ma che , insieme agli altri sistemi, collabora per porre in atto strategie difensive contro le “tossine” psicoemotive.

Sulle meningi sono presenti cellule immunitarie: gli antigeni arrivano al cervello con il sangue, (che, filtrato, diventa nei ventricoli cerebrali liquido cerebrospinale) e sono intercettati da cellule immunitarie, coinvolgendo microglia e linfociti che attraversano la barriera ematoencefalica e da qui passano al liquido interstiziale e alla linfa. Il fatto che insieme a sostanze materiali vengano trasportate “informazioni” è una ipotesi che sembra plausibile anche alla luce della stessa fisica quantistica, se pensiamo che per ogni informazione (l’onda, il pensiero, l’emozione) esiste una corrispondente entità materiale (la particella, l’ormone, il neuropeptide) e viceversa.

La vita si esprime attraverso il fluido del liquido cerebrospinale che determina il movimento dei tessuti che si frappongono tra esso e le strutture più rigide, le ossa. Queste, a loro volta, producono un movimento dei tessuti e dei fluidi ad esse collegati determinando la trasmissione di informazioni, cioè di energia. Passiamo da energia a materia e viceversa, secondo una serie di ritmi diversi, di cui quello craniosacrale è uno dei più misteriosi e affascinanti.

  • Tratto dal libro: Terapia Craniosacrale tradizionale di Guido A. Morina

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