SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

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La storia di un soldato

 

Credo che in questo mondo non esista solo il male, ma anche il bene.

Ovviamente i media sono sordi e ciechi per quest’ultimo.

Io sono per il bene e combatto per esso.

Per questo vi racconto la storia di un soldato, che salvò un intero villaggio durante la guerra.

Per il suo eroismo, come conseguenza, riportò gravi menomazioni fisiche, ma non si pentì mai per quello che aveva fatto.

A causa di quell’evento, ora non è più abile a svolgere il servizio militare, l’unica cosa che sapeva e gli piaceva fare.

Il soldato ne era perfettamente consapevole, dei propri doveri di uomo e del perché siamo su questa terra.

 

Quella fatale notte il soldato aveva fatto un brutto sogno, durante il quale aveva visto bruciare un intero villaggio.

Un forte grido faceva eco, ripetendosi nelle sue orecchie.

Si era svegliato di soprassalto e pieno di sudore, avendo la sensazione che tutto fosse maledettamente vero.

Erano le cinque del mattino, s’alzò dal letto in fretta e furia, e di corsa, era uscito da casa.

Solo quando fu in strada, comprese che si era trattato di un brutto sogno.

Il soldato si rincuorò e rincasò, ma il sogno gli rimase impresso nella mente.

Sogno, che rimase fisso nella sua mente e non riusciva a dimenticarlo.

Non era la prima volta che facesse un brutto sogno, ma questa volta la sua mente non gli dava tregua, e il brutto sogno lo accompagnava durante tutta la giornata.

In silenzio tentava di ricordare tutti i particolari di quell’evento immaginario.

La continua presenza del brutto sogno nel pensiero portò il soldato ad avere uno strano presentimento: sicuramente qualcosa di non buono doveva accadere.

Si pose alla guida dell’autovettura, per percorrere il solito tragitto da casa al lavoro.

Il soldato guidava con molta attenzione, senza perdere di vista nulla.

Del brutto sogno, con maggior frequenza, gli ritornavano in mente i messaggi  scritti con il proprio sangue.

Quel villaggio ora, era divenuto la sua ossessione, insieme ai suoi abitanti, che osservava e analizzava a uno a uno.

Del sogno, in questo momento, ogni avvenimento era importante per lui.

Il soldato viveva quel villaggio profondamente.

Gli piaceva quando spirava dolcemente il vento e, in quel momento, chiudeva gli occhi, lasciandosi accarezzare dalla corrente d’aria.

Solo allora dimenticava totalmente dove effettivamente si trovava.

Ma, quel consueto giorno si trasformò in un inferno, ci fu un attacco da parte di guerrieri avversari, e il soldato si trovò coinvolto.

Non aveva tempo per ragionare, doveva reagire in fretta altrimenti l’intero villaggio sarebbe stato distrutto.

L’istinto guerriero non gli consentiva di sottrarsi allo scontro, doveva andare avanti e combattere.

Il soldato entrò in una vera azione e si gettò all’assalto nel bel mezzo della mischia, dando il massimo contributo, senza risparmiarsi.

Era pronto anche a morire.

E’ vero, ora il fumo sale in volute ignare del loro destino.

E’ tutto così vero.

I bambini gridano verso i genitori, che non si voltano verso di loro.

E’ tutto così maledettamente vero.

Uno per volta, di corsa, vanno da una parte all’altra della strada, senza un’apparente direzione.

Gli spari sembrano lontani, improvvisi, colpi singoli, al massimo due in sequenza.

Perché è così vero?

Ma, quello non è il sole?

Lo stesso sole che avvolge gli altri mondi paralleli della stessa luce intensa e calda?

E quello non è lo stesso cielo che ascolta le nostre e le loro preghiere?

E’ solo quella la strada che, ognuno di loro, deve percorrere sperando di arrivare, sperando di dare un senso ad un giorno che non ne ha.

E’ vero.

Com’è vero che quel volto è un volto di una giovane donna, che quegli occhi sono occhi pieni di sangue e di violenza.

E’ la guerra.

Sladjana

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