SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

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La salvezza della città di Ashraf e dei suoi abitanti-profughi

 

Anno 2009_09 Aprile

Il 9 Aprile, sempre sui “fatti” di Ashraf, che nel frattempo, mentre è stata circondata dalle truppe irachene, onde impedire a chiunque l’accesso all’abitato, viene già sottoposta a “pressioni” e premonizioni di chiaro stampo aggressivo, in una sala di Montecitorio, a Roma, i rappresentanti della Resistenza Iraniana organizzano una conferenza urgente, cui partecipano importanti esponenti di pressoché tutti i partiti italiani, assieme alle associazioni di salvaguardia dei Diritti.

 

Tra questi spicca il presidente della LIDU che, non solo “arricchisce” il dibattito con parole di pieno sostegno alla causa dei “resistenti”, ma informa anche i presenti dei formali “passi” compiuti dalla nostra associazione per rendere loro giustizia, ovvero di una lettera inviata al Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki Moon, e di una “nota” circostanziata sul “movimento” irredentista e sullo stato di Ashraf, fatta pervenire al Ministro degli Esteri, Franco Frattini, insignito, tra l’altro, del “Premio Paolo Ungari”, acciocché, a livello Comunitario, si batta, a nome dell’Italia, perché le ragioni di chi lotta per la libertà prevalgano sui tentativi di destabilizzarne la “valenza”, posti in essere dal Governo Persiano, che va insinuando essere i Mojaheddin del Popolo un’accolita di terroristi.

Al termine della conferenza, la LIDU emette il comunicato-stampa che segue.

Ieri pomeriggio abbiamo partecipato ad un’importante conferenza-stampa, promossa, per la salvezza della città di Ashraf e dei suoi abitanti-profughi, dai Mojaheddin del Popolo Iraniano, che si è tenuta in un’ampia biblioteca di Montecitorio.

All’appello umanitario, che sollecitava la solidarietà delle istituzioni, dei partiti politici, delle organizzazioni e delle associazioni italiane per la salvaguardia dei Diritti Fondamentali dell’Uomo, tesa a sensibilizzare, una volta di più, la Comunità Europea, l’Onu e gli Stati Uniti, acciocché vigilino sulla sorte dei 3.500 cittadini iraniani di “Camp Ashraf”, oggi più che mai, esposti al rischio di distruzione e di sterminio, a causa d’intese trasversali, quanto surrettizie, di carattere eminentemente religioso, intercorse tra le autorità iraniane e quelle irachene, entrambe sciite, la LIDU ha risposto, come sempre, con slancio, attraverso le parole del suo Presidente, Alfredo Arpaia.

E come sempre è avvenuto, sia durante i diversi incontri ufficiali, tenutisi presso la nostra sede, sia in occasione dell’invio di messaggi specifici tendenti a stimolare l’attenzione degli organismi internazionali, in primis, le Nazioni Unite, nella persona del suo Segretario Generale, Ban Ki Moon, perché vigilino sulla sorte della “ridotta” di Ashraf, ed, in secundis, la CEE, attraverso la persona del nostro Ministro degli Esteri, onorevole Franco Frattini, a sostegno della cancellazione dei Mojaheddin del Popolo dal “famigerato” elenco delle organizzazioni “canaglia”, ovvero terroristiche, fortemente osteggiata dall’Iran, le espressioni dell’onorevole Arpaia sono state improntate al sostegno aperto e leale degli “irredentisti” iraniani, contro il regime dittatoriale e fondamentalista dei mullah e di Ahmadinejad, protervi “dispensatori” di torture e di morte (secondi solo ai governanti della Cina comunista), nonché repressori d’ogni libertà ed’ogni e qualsivoglia parità di diritti.

La LIDU, quindi, così come, fino ad oggi, ha ottemperato, pienamente, all’osservanza dei principi d’eguaglianza, di giustizia e di libertà, che è alla base della sua istituzione, altrettanto continuerà a fare in futuro a favore di ogni vittima di prepotenza od aggressione. E questo, avverrà, comunque, a prescindere dal fatto che le vittime di oggi, come del resto in qualche caso è, purtroppo, già avvenuto in passato, possano diventare i carnefici e gli oppressori di domani.

Ma se così non dovesse malauguratamente accadere, la LIDU diverrebbe automaticamente loro “nemica” ad oltranza.

Diciamo questo perché non vorremmo che si ripetesse quanto avvenne al momento della caduta dello Shia, Rheza Palhevi, quando gli  oppositori del “regime”, tutti rifacentisi alla figura carismatica del mullah dei mullah, Komeini, una volta assunta la direzione dello Stato, instaurarono, anch’essi, un governo sanguinario e liberticida, forse addirittura peggiore di quello dell’ultimo epigone della dinastia imperiale del “Trono del Pavone”.

Diciamo questo perché il nostro agire è esclusivamente improntato, prima che al sostegno di una causa, alla rispondenza di questa causa ai principi fondativi che costituiscono il parenchima istituzionale della LIDU.

Diciamo questo perché, allo scopo di non arrischiare di sostenere una causa, i cui protagonisti, senza alcun dubbio, al momento, abbisognevoli della massima solidarietà, possano poi “trasformarsi”, una volta vincenti, in altro “regime”, abbiamo esplicitamente richiesto, ai rappresentanti dei Mojaheddin del Popolo, che si pronuncino formalmente ed ufficialmente (e la cosa non è ancora avvenuta) su come loro intendano, appunto, i valori per i quali, da sempre, ci battiamo, ed, insieme, che cosa pensino di Israele e della sua sorte quale unico stato democratico in un contesto mediorientale fatto sostanzialmente di tribalismo, fondamentalismo, sopraffazione, dittatura, ed, in qualche caso, addirittura strutturalmente medievale e schiavista dal punto di vista dell’assetto sociale.

Ebbene, stiamo aspettando una risposta chiara e convincente in materia.

Risposta che, nel caso non ci venisse, come noi ce l’aspettiamo, dai rappresentanti di una realtà che ci si è presentata a conformazione laico-democratica, saremmo costretti, pur rimanendo avversari determinati e convinti del regime Teheran e, per ciò, auspici di una sua fine, ad interrompere, nostro malgrado, ogni rapporto con il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana.

[Dopo questo comunicato, la LIDU, a seguito di progressivi “abboccamenti” con i membri della Resistenza Iraniana, ha elaborato una “Bozza di protocollo d’intesa” tra le due organizzazioni.

Bozza di protocollo che riportiamo in appendice a questo “Report” e che, se sarà approvata dai rispettivi organi direttivi, verrà ufficialmente firmata per diventare operativa. n.d.r.].

 

Tratto dal documento della Lega Italiana

dei Diritti dell’Uomo Onlus:

Testimonianza

“Report 2008-2009”

Iniziative, documenti, prese di posizioni, deliberati,

lettere, ecc. in materia di diritti, nel biennio

curato da Gian Piero Calchetti e Sara Lorenzelli

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