SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

L’Astronauta Edgar Mitchell ha scoperto il segreto della Nasa

Mentre s’avvicinavano alla luna, attraverso il radio collegamento con Houston, udirono strani suoni, come fischi ed incomprensibili parole, in una lingua sconosciuta. L'unica spiegazione era che provenissero da un'altra astronave. Il film, che è stato girato, mostra anche una luce argentata. È strano, che tali informazioni siano giunte al pubblico, poiché agli astronauti è severamente vietato parlare dei loro incontri con gli UFO.

Il famoso astronauta, dottor Edgar Mitchell, che è stato il sesto uomo a camminare sulla luna, nella missione "Apollo 14", ha affermato che gli alieni esistono. Il veterano Nase Mitchell, che fece una passeggiata, di nove ore e 17 minuti, sulla luna, ha affermato in un'intervista, con una stazione radio britannica, che gli alieni hanno visitato la Terra diverse volte, ma che, negli ultimi sei decenni, i leader mondiali hanno nascosto tutti i casi. Mitchell, 77 anni, ha affermato che le sue fonti della NASA, le quali erano state in contatto con gli alieni, hanno descritto tali creature come "piccole persone, che ai terrestri sembrano strane". Ha aggiunto che sono molto simili al tradizionale spettacolo dei "piccoli verdi" - bassi, di corporatura piccola, con grandi occhi ed una grande testa. Mitchell ha sottolineato, che la tecnologia umana è molto lontana dalla extraterrestre e che "non saremmo nemmeno qui" se "loro" avessero intenzioni ostili.

Il presentatore del popolare spettacolo "Kerang" pensava che Mitchell stesse scherzando, ma dopo una lunga conversazione, ha scoperto che l'ex astronauta era, incredibilmente, serio.

Nel 1971, Mitchell, con il suo unico volo fuori dall'orbita terrestre, entrò nella storia dell'umanità, in coppia con Alan Shepard, effettuando la più lunga passeggiata sulla luna. L'astronauta Mitchell, sempre nel 2004, con la sua affermazione al “St. Petersburg Times" causò una tempesta nel mondo. Affermò che gli alieni visitano la Terra da decenni, ma che i governi mondiali svolgono una campagna, ben organizzata, e nascondono la verità con la disinformazione.

James Irving, un membro dell'equipaggio dell'Apollo 15, ha affermato, che la loro missione era quella di determinare cosa stava succedendo sulla luna e, se gli alieni avessero usato il satellite come stazione interplanetaria. Oppure è tutto opera di mani umane ... - Il luogo in cui siamo atterrati è stato determinato in modo da poter esplorare al meglio la piramide, realizzata con un materiale di colore, abbastanza, diverso dall'ambiente circostante. Abbiamo avuto difficoltà ad attraccare. Scivolammo di qualche chilometro, sopra la superficie della luna, finché non trovammo un luogo adatto, senza vulcani – descriveva, più avanti, nel quotidiano americano SAGA, un membro dell'equipaggio dell“Apollo 15”, James Irving. Quando, finalmente, atterrarono, si resero conto di essere troppo lontani dalla struttura, su cui avrebbero dovuto indagare. Inoltre, affermò Irving, una montagna vicina la proteggeva, in modo che non potevano nemmeno vedere la piramide.

In quel momento, la corsa, programmata, sulla luna è stata annullata poiché scoprirono di non avere abbastanza ossigeno. Nonostante ciò, si dice che gli astronauti sulla Luna abbiano scoperto oggetti misteriosi, come se fossero cresciuti, uno dopo l'altro, cambiando colore dal grigio scuro al bianco. Il tutto sembrava una stella a cinque punte, alta 10 e larga circa 15 metri. Sopra c'era un altro oggetto - come uno spazio luminoso - alto circa 7 metri. Rimasero incantati, riporta la rivista americana dei ricordi dei tre astronauti. Quando s’avvicinarono, videro che l'intero massiccio era costruito, con cura, come le scale. Era come se fosse stato costruito da una mano umana. Non avevano mai visto, prima, niente di simile. Mistero della missione "20"

Nel 2007, diversi video furono pubblicati su YouTube e l'utente, che li pubblicò, dichiarò che si trattava delle riprese della missione "Apollo 20". Tali riprese, sabbiose, sono state realizzate su una pellicola da 16 mm e mostrano l'interno del modulo di comando "Apollo 20", ma anche la complessa architettura della città sulla luna, abbandonata da tempo. L'utente s’identificò come l'ex astronauta William Rutledge e, secondo lo stesso, la missione era avvenuta nel 1976, impresa segreta dei sovietici e degli americani. Vale a dire, dopo la missione "Apollo 17", ci fu un'inversione di tendenza nella cooperazione tra americani e russi, e il desiderio comune era quello di studiare le strutture artificiali scoperte sulla Luna, all'insaputa della popolazione terrestre.

Nel misterioso film, l'astronauta Rutledge afferma di essere stato scelto quale membro della squadra poiché era un ateo, cosa che era una rarità tra gli astronauti negli anni '70. Perché la Nasa aveva bisogno di qualcuno che non credesse in Dio? Rutledge ha anche affermato che durante la missione “Apollo 14” è stata fatta la ripresa del polo meridionale della Luna, con numerose astronavi abbandonate e città avvistate. "Apollo 20" atterrò, da qualche parte, vicino al cratere di Delporte, e l'obiettivo della missione era quello d’indagare su un'astronave, a forma di sigaro, abbandonata, di sicuro, 1,5 milioni di anni.

Si è stimato che l'astronave fosse lunga circa 3,37 chilometri. Gli astronauti trovarono due alieni morti, all'interno dell'astronave. Poiché il maschio non era ben conservato, per lo studio scelsero la donna, alla quale diedero il nome Monna Lisa. Aveva un corpo grande, sei dita e le sue fattezze erano simili a quelle umane, tranne per il fatto che non aveva narici. Rutledge dichiarò che l’aliena era in uno stato d’ibernazione, per cui non era né viva né morta. Era collegata ai comandi della nave, con diversi tubi collegati al suo corpo e ricoperti da una sostanza simile alla cera. Fu portata sulla Terra e Rutledge pensa che siano riusciti a rianimarla ed a tenerla, in qualche luogo segreto, fino ad oggi. Anche un alieno maschio fu portato sulla Terra e su di lui eseguita un'autopsia. Gli astronauti portarono con sé quanta più tecnologia possibile e tornarono a casa.

Quando William Rutledge fu chiamato, affermò che viveva in Ruanda e non gli importava di aver rivelato segreti, nonostante fosse costretto a giurare di tacere.

 

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