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Categoria: SERBIA

serbia

SERBIA (serbo-croato Srbija; A.T., 75-76).

– Regione che costituisce il nucleo principale della Jugoslavia e occupa un’estensione di circa 90.000 kmq. nella parte nord-ovest della Penisola Balcanica. In tali limiti è però compresa una parte della Macedonia. Sviluppo territoriale. – Anticamente lo stato serbo aveva una posizione più meridionale e traeva le sue risorse principali dai distretti montuosi del Lim, dell’Ibar e della Morava occidentale. L’espansione verso nord (sec. XIII) è connessa sia con la ricerca di terreni più fertili, sia con l’invasione e il dominio turco, che premeva da sud; centro dello stato diventa per qualche tempo Kruševac, alla confluenza delle due Morave. Poi i Turchi occupano anche questa località, Belgrado e Smederevo rimangono gli ultimi baluardi serbi, finché l’invasione ottomana (1521: caduta di Belgrado) tutto sommerge.

 

Quando la Serbia risorse, il primo territorio (dal 1815 al 1833) era costituito dal pašaluk di Belgrado (24.440 kmq.), regione estesa un pò più della Sumadija, con capoluogo prima Kragujevac, in disparte dalle vie del traffico, e poi Belgrado (dal 1841). La zona ha una posizione importante rispetto alla Penisola Balcanica, dato che è in grado di dominare alcune delle vie principali. In questo primo periodo la Serbia è orientata verso Nord e forma quasi un’appendice del bacino danubiano, in relazioni molto strette con l’Austria, alla quale preclude tuttavia il libero accesso nel cuore della regione balcanica.

Il primo ingrandimento avviene nel 1833 con l’acquisto del bacino del Timok, della zona di Kruševac e di alcuni territori posti a Sud-Ovest; lo stato aumenta considerevolmente d’estensione (37.740 kmq.) senza tuttavia mutare gran che di posizione, dato che si tratta di un modesto arrotondamento verso Sud e verso Est, su territori abitati da Serbi.Poco più di mezzo secolo dopo, le guerre coi Turchi e il congresso di Berlino (1878) fanno invece spostare alquanto le basi della Serbia, con l’aggregazione di gran parte del bacino della Morava meridionale, che porta lo stato a 48.300 kmq. e fa acquistare una città importante come Niš.

La forma s’allunga verso Sud, mostrando la tendenza a espandersi in quella direzione, tendenza che, a onta dell’ostacolo frapposto dalle catene montuose (Golija e Kopaonik), troverà nella pace di Bucarest, dopo le guerre del 1912 e 1913, vittorioso sviluppo, in modo da aggiungere allo stato gran parte della valle del Vardar e riportare la Serbia, vasta ormai 86.664 km., su molti territori dell’antico regno (Vecchia Serbia), in seguito albanizzati e islamizzati.

Con l’aggregazione della Rascia  e del sangiaccato di Novi Pazar, territorio nudo, in parte carsico, di difficile accesso, scompare poi il cuneo che divideva gli Slavi della Serbia dagli Slavi del Montenegro e lo stato acquista nella parte centrale della Penisola Balcanica una posizione dominante, dato il possesso della zona di Skoplje, luogo d’incrocio delle principale vie di comunicazione longitudinali e trasversali della Penisola. La Morava, infatti, oltre a dar accesso, varcata a Presevo una soglia depressa, al bacino del Vardar, permette, attraverso la Nišava, suo affluente di destra, di raggiungere facilmente Sofia, mentre la Morava occidentale, oltre ad offrire un’agevole comunicazione con il corso della Drina, seguendo da Kraljevo l’Ibar, permette una buona comunicazione con Skoplje attraverso la Sitnica.

Malgrado i vantaggi derivati dalla sua centralità, la Serbia rimaneva tuttavia uno stato interno e Belgrado, sua capitale, per quanto in posizione strategica e commerciale di prim’ordine, appariva alquanto periferica rispetto alle regioni meridionali. Gli abitanti, che nel 1834 erano 678.190 (con una densità di 18 ab. per kmq.), aumentano a 998.900 nel 1854 (densità 27), 1.353.890 nel 1874 (36 per kmq.), 1.909.740 nel 1884 (39 per kmq.) e 2.911.701 nel 1910 (60 per kmq.). Altri 2390 kmq. la Serbia  ha guadagnato nel 1919 col trattato di Neuilly, che ha costretto la Bulgaria a cedere i territori di Strumica e di Caribrod, in modo da raggiungere una superficie di 90.000 kmq. e una popolazione di 2,4 milioni d’abitanti.

Principali aspetti geografici. – Se si prescinde dal bassopiano della Sava e dai bacini inferiori della Morava e del Vardar, la Serbia si presenta come un territorio in prevalenza montuoso e collinoso, con rilievi che appartengono a sistemi diversi.L’asse Morava-Vardar, che è una delle zone più popolate del paese, divide la Serbia in due parti, per quanto i limiti geologici non sempre coincidano con quelli idrografici.

In quella orientale, di minor estensione, a Nord troviamo un rilievo che fa parte delle Alpi Transilvaniche, con copiosi giacimenti minerari (rame, argento, ferro), quindi verso Sud una zona appartenente al massiccio dei Balcani occidentali (Midžor, m. 2186), disposto ad arco lungo la riva destra del Timok; in genere si tratta d’una regione poco articolata, con catene e altipiani di media altezza, salvo a Nord-Ovest e a Nord-Est, dove vi sono colline e zone paludose; i pendii sono coperti da boschi (specie faggi) e in vicinanza dei centri abitati sono frequenti i frutteti; le zone più interne sono invece per lo più occupate da altipiani carsici.

La parte a Ovest del solco Morava-Vardar, in prevalenza formata dai contrafforti orientali dei rilievi dinarici, ha un aspetto di regione più fertile e più aperta. All’angolo tra Drina e Sava e di fronte a Belgrado vi sono delle zone pianeggianti (pianure di Mačva e di Kolubara), mentre a Nord-Ovest il territorio tra Drina e Morava consta d’una serie di colline d’arenaria, gesso, conglomerati, al di sopra dei quali s’innalzano dei dossi paleozoici. La potente massa eruttiva del Rudnik, che si eleva fino a 800-1170 m., separa queste colline della Serbia occidentale dalla larga valle della Morava, la quale scorre da Ovest a Est, modellata nei fertili terreni del Terziario superiore sedi di orti e giardini.

Più a Sud segue il rilievo di Kopaonik e la Golija Planina, ricchi di metalli.Si tratta di monti più elevati, ora allineati in catene, ora raggruppati in massicci, formati da terreni paleozoici, del nucleo tracico, aventi una posizione intermedia tra le catene dinariche (a Ovest) e i Balcani (a Est).La valle dell’Ibar, stretta, incassata, diretta da Nord a Sud, s’abbassa in corrispondenza dei due rilievi, in modo da dare un accesso verso Nord alla pianura di Kosovo.A Sud i monti sono più frazionati, separati da valli d’erosione e da bacini lacustri prosciugati, i quali fiancheggiano la Šar Planina e il Kara Dag, ricchi di minerali; su questi corre lo spartiacque tra Danubio ed Egeo, mentre il Vardar apre la strada di Salonicco.

Poiché la Serbia ha forma molto allungata, ci si aspetterebbe che vi fossero notevoli differenze climatiche da zona a zona. Invece, Belgrado ha in gennaio – I°, 6 e in luglio 22°; Bitolj, che è quasi 400 m. più alta e 4 gradi più a Sud, rispettivamente – I° e 22°,2, con una media annua superiore a Belgrado di solo 0°,7; maggiori differenze si notano nelle precipitazioni che a Sud sono in prevalenza invernali, a Nord estive.Gli stretti rapporti con l’Europa centrale, piuttosto che con il Mediterraneo, si vedono nelle colture, data la frequenza del mais, dell’orzo, dell’avena, delle barbabietole, dei frutteti (susini), degli ortaggi e legumi; minor diffusione hanno il gelso, la vite, il tabacco, come pure l’allevamento, che riguarda di preferenza il bestiame minuto (pecore) e il pollame.

Il patrimonio forestale è abbastanza ingente, specie a Nord, mentre è piuttosto scarso nella parte occidentale. Dal punto di vista etnico la Serbia è in grande maggioranza abitata da Serbi.Fino al 1913 questi erano in assoluta prevalenza, ma poi, raddoppiata l’estensione del regno, alle minoranze già esistenti (90.000 Romeni presso le Porte di Ferro, 50.000 Zingari), si sono aggiunti a Sud Est grandi masse di Bulgari, difficilmente valutabili.L’occupazione prevalente degli abitanti è l’agricoltura (80%).L’importanza della Serbia è in rapporto soprattutto con la sua posizione favorevole rispetto alle principali vie di comunicazione della Penisola Balcanica, fattore che ha permesso allo stato di espandersi fino al mare e di allargare il territorio a tutte le regioni che formano ora la Jugoslavia.

 

Bibl: S. Gopčević Serbien und die Serben, Lipsia 1888; F. Kanitz, Das Kőnigreich Serbien und das Serbenvolk, Lipsia 1904; N. Krebs, Beiträge zur Geographie Serbiens und Rasciens, Stoccarda 1922; P. Vujević, Royaume de Yougoslavie. Aperçu géographique et ethnographique, Belgrado 1930. Cfr. anche la biblografia della voce Iogoslavia.

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