In memoria ad Antonio Gelsomino
Thursday, October 10, 2024

Il conflitto familiare - fiaba

conflitto-familiare

Albania

IL CONFLITTO FAMILIARE

IL GIOVANE CALVO E LA PRINCIPESSA

IL CONFLITTO C’erano una volta tre fratelli dei quali il più piccolo era calvo; egli andava ogni giorno a portare gli animali al pascolo. Un giorno il re annunciò che il cavaliere che fosse stato capace di passare il canale avrebbe avuto sua figlia in sposa. I due fratelli iniziarono a tentare quotidianamente l’impresa, all’insaputa del fratello calvo che tutto il giorno si recava in montagna a far pascolare il bestiame.

 

LA RISOLUZIONE DEL CONFLITTO. Un giorno, mentre gli animali mangiavano, il giovane calvo vide un albero che aveva preso fuoco e le sue foglie ardenti stavano per uccidere anche un serpente che abitava tra i rami. Quest’ultimo pregò il calvo di salvagli la vita, ma dal momento che l’uomo aveva timore di avvicinarsi, il serpente gli promise che, in cambio del suo intervento, lo avrebbe poi aiutato a sua volta. Il calvo si decise, staccò un ramo su cui il serpente salì per poi posarlo delicatamente  sull’erba. Il serpente sano e salvo, ringraziando il giovane, gli chiese che cosa potesse fare per lui.

“Il re ha messo un annuncio con la promessa di dare in sposa sua foglia al cavaliere capace di oltrepassare il fiume” rispose il fratello calvo. Allora il serpente riconoscente gli porse una pallina magica e gli disse di recarsi sull’alta montagna: lì avrebbe trovato un cavallo bianco con il quale, portando con sé la pallina, avrebbe potuto partecipare alla gara. Il giovane calvo fece tutto quello che gli aveva detto il serpente e, presentandosi alla gara come uno sconosciuto, vinse trionfalmente. prese, come promesso dal re, la principessa e la portò nella sua casa, ma senza dire niente a nessuno. Quando i fratelli tornarono, furono molto sorpresi nel vedere che il calvo era riuscito a vincere la competizione; presi dall’invidia, gli dissero a brutto muso di tornare a pascolare, perché egli era solo un maiale selvaggio!

“No, io non andrò più sulla montagna, ho vinto la gara e ora la figlia del re resterà con me!” ribatté deciso il calvo. I fratelli allora, pieni di rabbia, organizzarono un piano per sbarazzarsi di lui.

Sapendo che il calvo ignorava l’esistenza di una fossa in fondo all’orto, che costituiva il passaggio per arrivare ad un altro mondo, i fratelli proposero: “Facciamo un patto: chi per primo arriverà all’orto sposerà la figlia del re”. Il calvo, ignorando la loro malizia, accettò il patto. I fratelli coprirono la fossa con una coperta e il calvo, correndo, ci cascò – inevitabilmente – ritrovandosi improvvisamente in un altro mondo. Stanca ed affamato vide in lontananza una città che sembrava bellissima; avvicinandosi incontrò un’incantevole ragazza: stava piangendo, tenendo fra le mani una bottiglia vuota e un telo con un birek*.

“Perché piangi?” chiese preoccupato il calvo.

“Una strega ci ha prosciugato il pozzo lasciandoci senza acqua; ogni giorno mangia una ragazza con un birek e oggi è il mio turno!”. Il calvo stremato le disse le disse:

“Non avere timore, ti accompagnerò e ucciderò la strega!”. Dopo avergli offerto da mangiare, la ragazza si incamminò insieme al calvo verso la casa della strega. Arrivati alla porta, la ragazza bussò, mentre il calvo si nascondeva con una spranga di ferro in mano. Quando la strega venne ad aprire, il calvo prontamente uscì dal nascondiglio e la colpì; ella sanguinava e la ragazza bagnò la testa del calvo con il sangue della donna.

La notizia della morte della strega si sparse velocemente , e il padre della ragazza radunò tutto il popolo per scoprire chi fosse il salvatore. La figlia, tra la folla, gridò: “E’ stato lui ad uccidere la strega!!”, indicando la macchia di sangue sulla testa del calvo.

“Chiedimi quello che vuoi”, disse il padre della ragazza in segno di riconoscenza.

“Non voglio niente, voglio solamente tornare nel mio mondo”, rispose sconsolato il calvo, guardando il cielo.

Il padre allora, indicando una casa disse: “Lì incontrerai un’aquila e dopo torna da me”.

Il calvo obbedì, incontrò l’aquila che gli chiese 40 pani che sarebbero serviti a sfamarla durante il viaggio. Tornò indietro e riferì tutto al padre della ragazza; quest’ultimo esaudì la richiesta dell’animale. Così il calvo, a cavalcioni dell’aquila, poté finalmente tornare nel suo mondo.

Giunto a casa, i fratelli lo videro arrivare e cominciarono a scappare nel giardino; nella foga della corsa si scordarono completamente della fossa in fondo all’orto, ci caddero dentro e finirono entrambi nell’altro mondo per il resto della loro vita.

Il fratello buono, invece, vive ancora oggi con la figlia del re e dicono che il re lascerà il suo regno proprio a lui.

Fiaba di Nusha Zhuba

*Tipo di pane comune a diversi paesi del Mediterraneo.

 

Consulta anche:

Mira e Gjon - il conflitto familiare

 

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