SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

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E' permesso guarire in giorno di sabato?

In un sabato Gesù, per ristorarsi, entrò nella casa di un capo dei Farisei, i quali lo spiavano. E davanti a lui stava un idropico. E Gesù prendendo la parola, disse ai dottori della legge e ai Farisei: «E' permesso guarire in giorno di sabato?».  Ma essi tacquero. Allora prese per mano colui, lo guarì e lo congedò.  Poi rivolto ad essi soggiunse: «Chi di voi se il (suo) figlio o il (suo) bue cade in un pozzo, non lo tira subito fuori anche in giorno di sabato?» E in questo nulla gli potevano ribattere.

E avendo notato che gl’invitati erano solleciti a scegliersi i primi posti, raccontò questa parabola dicendo loro così: «Quando sarai invitato da qualcuno a nozze, non metterti al primo posto, perché una persona più considerevole di te potrebbe essere stata invitata da lui; e (allora) chi ha invitato te e l’altro verrebbe forse a dirti: Cedigli il posto; e così tu dovresti, non senza confusione, occupare l'ultimo posto.

Ma quando sarai invitato va e fermati all'ultimo posto, in modo che colui che ti ha invitato venga a dirti: Amico, vieni più su.

Allora te ne verrà onore alla presenza di tutti i commensali. Poiché chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». E diceva anche a colui che lo aveva invitato: «Quando dai un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli, né i parenti, né quelli del tuo quartiere perché essi potrebbero invitarti a loro volta, e la tua cortesia ti sarebbe resa. Ma quando fai un pranzo, invita dei poveri, degli storpi, degli zoppi, dei ciechi; e sarai fortunato ché essi non sono in istato di renderti il contraccambio, perché ti sarà reso al momento della resurrezione dei giusti».

Il banchetto del regno di Dio


Uno dei convitati avendo sentito ciò, gli disse: «Felice colui che avrà parte al banchetto del regno di Dio». Ma egli gli rispose: «Un uomo aveva deciso di dare un grande pranzo e invitò molta gente, e mandò il suo servitore all'ora del pranzo, per dire agli invitati: Venite, chè tutto è già pronto. E tutti presero a scusarsi concordemente. Il primo gli disse: Ho comperato un campo, e bisogna che vada a vederlo;. E un altro disse: Ho comperato cinque paia di buoi e vado a provarli; abbimi, ti prego, per iscusato.  E un altro disse: Ho preso moglie e quindi non posso venire.  Il servitore di ritorno riferì ciò al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: Presto, va per le piazze e le contrade della città e conduci qua i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi. Poi il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, e ancora c’è posto. E il padrone replicò al servo: Va per i sentieri e lungo le siepi e forzali ad entrare affinché la mia casa sia piena. Perché io vi dico che nessuno di coloro ch’erano stati invitati, gusterà la mia cena».

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Chiunque fra voi non rinunzia a tutto ciò che possiede non può essere mio discepolo

E poiché folle numerose lo seguivano, si rivolse e disse loro: «Se qualcuno viene a me e(tuttavia) non odia suo padre, sua madre, sua moglie e i suoi figli, i suoi fratelli le sue sorelle e anche la sua vita stessa, non può essere mio discepolo.  E chi non porta la sua croce e non mi segue, non può essere mio discepolo. Poiché vi è tra voi chi, volendo edificare una torre, prima non si siede a computare la spesa, per vedere se ha con che condurla a termine? Onde non avvenga che, gettato il fondamento, tutti gli spettatori comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a fabbricare ma senza poter finire. Oppure quale re nel momento di dare battaglia ad un altro re non si siede prima per deliberare se può tener testa con diecimila uomini a colui che viene con ventimila? Altrimenti, quando l'altro è ancora lontano, gli invia una ambasciata per chiedere le condizioni di pace. Così dunque chiunque fra voi non rinunzia a tutto ciò che possiede non può essere mio discepolo. Il sale è cosa buona; ma se il sale stesso è scipito con che cosa gli si darà sapore? Non può servire né per la terra, né per il concime; lo si butta via. Chi ha orecchie da intendere, intenda».



Brano del Ss. VANGELO,
tratto dall’Edizione esclusiva
della Congregazione “Servi dell'Eterna Sapienza” Bologna.
Traduzione di P. Fr. Enrico M. G. Genovesi O.P.

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