SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

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LE PROTEZIONI DEI GLADIATORI

La manica dell’armatura era formata da piastre articolate o scaglie metalliche o, talvolta, da una stretta fasciatura di stoffa e cuoio: serviva a proteggere il braccio dai colpi dell’avversario e solitamente veniva indossata sul braccio in cui il gladiatore impugnava l’arma d’offesa, più esposta ai colpi, in quanto l’altro braccio era ben protetto dallo scudo. I movimenti del braccio protetto da una manica risultano leggermente limitati rispetto all’utilizzo di un gladio con il braccio libero da protezione.  Ciò sta a significare che nella preparazione di ogni sorta di incontro, bisogna aver cura prima di una buona difesa e di ottime protezioni, per studiare successivamente un attacco efficace.  Quindi, per quanto sia limitato il movimento del braccio, averlo adeguatamente protetto ne fa guadagnare una buona protezione ed attutire la forza dei colpi portati su di esso è fondamentale.

Per il Reziario il discorso della manica è diverso rispetto agli altri gladiatori.
Molte testimonianze, tra cui i famosi mosaici di Gladiatori esposti nella Galleria Borghese di Roma, riportano diversi Reziari che indossano la manica al braccio sinistro.
Ciò farebbe presupporre che fossero mancini, e che quindi l’arma d’attacco fosse il tridente; invece il presupposto viene rovesciato se si considera che l’arma d’attacco del reziario non è il tridente, bensì la rete.
Infatti, si potrebbe elaborare un parallelismo tra la funzione difensiva dello scudo, che è quella di parare i colpi, e quella del tridente, che è quella di tenere lontano l’avversario.
Pertanto questi gladiatori portavano la manica di protezione sul braccio sinistro, ovvero su quello con cui impugnavano il tridente, che non incontrava alcuna limitazione nei movimenti di affondo.
La mano destra, invece, che utilizzavano per far volteggiare la rete, doveva avere piena libertà di movimento per attaccare ed afferrare il rivale o portargli via le armi, cosa che non sarebbe avvenuta se fosse stata presente in quel braccio la manica.
La manica di protezione del Reziario era completata da un galero (galerus), ovvero una placca metallica di forma rettangolare fissata alla spalla del lato in cui il gladiatore utilizzava il tridente, parte più esposta ai colpi dell’avversario. Il galerus si alzava al di sopra della spalla per circa 13 centimetri e serviva a proteggere la gola e la testa, in quanto il Reziario combatteva privo di elmo.
L’elmo nella guerra “moderna”, come per gli antichi eserciti, era considerato un prezioso alleato, in quanto protegge il punto vitale della testa.

Per i gladiatori, invece, combattere con un elmo non era necessariamente un vantaggio, nonostante la spessa consistenza di ferro attutisse adeguatamente i colpi ricevuti alla testa.

I Gladiatori che indossavano un elmo avevano, infatti, lo svantaggio di sostenere un grosso peso e quindi di esercitare uno sforzo maggiore con i muscoli del collo; inoltre, la visibilità era limitata in quanto spesso gli elmi offrivano esclusivamente una visione frontale e limitata ai lati. Alcuni elmi avevano un'unica grata all’altezza degli occhi, altri addirittura dei piccoli fori.
Ma l’inconveniente maggiore era un altro: gli elmi aderivano perfettamente alla testa del gladiatore altrimenti si sarebbero mossi durante il combattimento e quindi avrebbero creato un problema di visuale maggiore; l’aderenza al volto, però, limitava la capacità respiratoria e quindi era interesse del gladiatore cercare di finire l’incontro prima che la respirazione degenerasse (ecco perché il Secutor che solitamente era contrapposto al Reziario, che non utilizzava l’elmo, doveva essere scattante e veloce nella corsa, per cercare di colpirlo mortalmente nel minor tempo possibile, onde evitare l’immancabile insufficienza respiratoria; al contrario, l’interesse del reziario era quello di prolungare il combattimento ed essere inseguito, quindi indebolire l’avversario e finirlo).
Si pensa che l’utilizzo di questi tipi di elmi, a causa dei colpi ricevuti frontalmente, provocasse la rottura del setto nasale.
Ulteriori protezioni erano gli schinieri, ossia le protezioni del lato anteriore della gamba, fatti in metallo o in cuoio.
Quelli usati dai gladiatori erano di due tipi: cnemides e ocreae.
I cnemides erano molto alti e coprivano fin sopra il ginocchio.
Avevano una conformazione ad incavo all’altezza del ginocchio, per consentire un comodo alloggio nella rientranza e quindi dare libertà di movimento in trazione. I Traci e gli Oplomachi li utilizzavano su entrambe le gambe, poiché, combattendo con un piccolo scudo, rimanevano scoperte.
Le ocreae avevano una consistenza simile ai cnemides, ma a loro differenza erano più corte, offrivano il ginocchio libero e presentavano un incavo in basso per il piede.
Erano usate dai Mirmilloni e dai Secutores, che, combattendo con scudi molto grandi, non avevano necessità di proteggere le ginocchia.
Gli schinieri erano fissati ai polpacci tramite corde infilate in piccoli anelli posteriori.
Sotto gli schinieri erano portate fasce di stoffa o di cuoio, che avvolgevano le gambe.
L’uso degli schinieri garantiva una sicura protezione agli arti inferiori, ma, di contro, la mobilità dei gladiatori risultava ridotta, in quanto il peso non consentiva spostamenti molto fluidi.
La protezione della mano del gladiatore che impugnava l’arma d’offesa (gladio, sica o altro) era costituita da un guanto, che poteva essere: di cuoio, di fasce sovrapposte di cuoio o di cuoio con piastre metalliche sopra applicate.
Da uno studio attento risulta che diversi gladiatori ricorrevano a delle protezioni che avvolgevano completamente la mano che impugnava il gladio.
Infine fasce protettive, costituite da strisce di cuoio avvolte intorno alle cosce, erano utilizzate talvolta dal Trace e dall’Oplomaco, con il fine di proteggere appunto le cosce dei gladiatori.

 

 

  • CONCLUSIONI

 

Gli spettatori romani erano appassionati di spettacoli cruenti, manifestazioni che noi considereremmo a dir poco cruenti, violente, fuori da ogni diritto umano, sia per lo spettatore che per coloro che combattono. La crudezza della realtà che questi tipi di spettacoli ha dato luogo ai tempi dei romani è inimitabile, basta pensare che durante i combattimenti in massa e nelle cacce, l'odore del sangue e della carne bruciata e quello degli animali selvatici diventava insopportabile e a nulla servivano i tentativi di mascherarlo con incenso e profumi. Probabilmente si trattò di violente rappresentazioni studiate per illudere i più poveri, da un lato di essere e condividere insieme all’imperatore, dall’altro per deviare l’attenzione degli stessi verso qualcosa che li distraesse dalla loro vera ed effettiva situazione: una massa di povertà.

Web grafia

http://www.romainfoline.it/Colosseo/index-195.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Colosseo

http://www.italyguides.it/it/roma/monumenti/colosseo/colosseo.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Colosseo

http://www.gladiatores.it/conoscere.htm

http://www.colosseo-roma.it/Curiosando/Biglietti_gratuiti_per_lo_spettaco.html

 

Salvatore dott. Terranova - Noto

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