SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

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L’ARMATURA DEI GLADIATORI

L’equipaggiamento dei Gladiatori non necessariamente era uguale per tutti, anzi per distinguerli tra loro e soprattutto per la necessità di spettacolarizzare i combattimenti, erano armati diversamente. L’imperatore Ottaviano Augusto, tra le varie riforme attuate nella sua carica, regolarizzò i combattimenti gladiatori distinguendoli per classi e tipologie.

Esistevano, infatti, diverse categorie che venivano associate alla provenienza del guerriero che combatteva utilizzando armi e tecniche del proprio popolo; in seguito le categorie furono assimilate e quindi proposte ai vari gladiatori che si specializzavano nell’uso di una particolare arma o tecnica.

Inizialmente si pensava che l’utilizzo del gladio, ovvero spada corta, nei munera, fosse un collegamento col popolo Sannita, in quanto, nelle famose guerre sannite, nel III sec. a.C., furono i primi ad utilizzare questa particolare arma in battaglia, poiché risultava più efficace nel corpo a corpo.

In seguito il gladio fu associato sempre di più all’arma da combattimento principale di un gladiatore, ed infatti dal termine “gladio” deriva il nome “gladiatore” (combattente col gladio).

L’associazione di un combattente ad una tipologia di gladiatore era deducibile anche al tipo di fisico che possedeva: combattere con un equipaggiamento pesante era più indicato ad un gladiatore avente caratteristiche fisiche possenti; chi invece era veloce nei movimenti era più predisposto all’uso della sica, sfruttando quindi i veloci affondi laterali; chi era agile e resistente nella corsa si specializzava nel combattere contro il gladiatore che utilizzava rete e tridente, penalizzato in questo caso dal possedere l’arma lunga; il suo scopo era avvicinarsi il più possibile all’avversario per compensare il divario di lunghezza delle armi contrapposte e quindi rendergli difficile la maneggevolezza del tridente.

Al contrario il reziario doveva essere molto abile nell’utilizzo della rete, per trovare un appiglio nell’armatura dell’avversario, ed anche esperto nei movimenti e robusto nel braccio, per portare colpi mortali mantenendo in equilibrio il tridente.C’è da premettere che non tutte le classi gladiatorie sono esistite contemporaneamente: alcune scomparvero già in età repubblicana come i Samnites, altre si modificarono come i Galli che divennero Mirmilloni, altre ancora come i Traci giunsero immutate sino all’età imperiale.Il vestiario era diverso a seconda della classe di appartenenza. Attraverso fonti storiche a disposizione, si possono identificare, come già precedentemente accennato, all’incirca una dozzina di categorie, non condivise però da tutti gli studiosi.

Il perizoma (subligalicum), la cintura (balteus), l’elmo (galea), la protezione metallica per il braccio (manica), gli schinieri per proteggere le gambe (ocreae e cnemides) facevano parte del vestiario di uso comune a tutte le categorie.Durante gli allenamenti venivano usate anche armi di peso superiore a quelle con cui si combatteva; ciò per abituare il braccio ad un peso maggiore e quindi rinforzarlo. Il gladio, come si sa, era l’arma tipica dei gladiatori, dalla quale gli stessi presero il nome.

La sica, invece, è stata introdotta dal “Trace”, tipico guerriero della Tracia, che la adoperava in combattimento.L’abilità nell’uso di quest’arma ha fatto si che al Trace fosse attribuita una categoria di gladiatori. Il pugio (pugnale) era usato dal Reziario come seconda arma (la prima era la rete) e dal Dimachero, che combatteva con due pugi o con due gladi, o anche con un pugio e un gladio. Il gladio, la sica ed il pugio sono stati ricostruiti, come armi lusorie, ovvero non affilati e non appuntiti, essendo impiegati dai nostri gladiatori in allenamento ed in combattimento.

Salvatore dott. Terranova - Noto

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