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Categoria: LEGGENDE DELL'ISLAM

vis-e-ramin

Vis e Ramin

Lo Scià di Persia Mobed preparò una magnifica celebrazione per il capodanno.
Tra le donne, era presente Sehr, un’anziana signora, che nonostante gli anni, manteneva ancora intatta la sua incantevole bellezza.
Quella donna segnò lo Scià Mobed, tanto che lo stesso, le chiese di fargli una solenne promessa, poiché non poteva sposarla, che almeno promettesse di dargli in sposa una figlia, poiché credeva, che il frutto sarebbe stato bello come il seme.
Analogamente a Sehr, la signora, benché sposata, all’epoca non aveva figlie, e ormai alla sua età, non credeva più, che potesse averne, pertanto, accettò la proposta, senza nessun problema.
Anni dopo, però, partorì una figlia, cui impose il nome Vis.

 

Sehr, aveva dimenticato totalmente il giuramento fatto a Mobed. E inoltre, pensava, che al mondo, non esistesse uomo, che potesse aspirare di sposare la figlia, tranne un suo stesso figlio, e quindi decise di farli sposare, ma il matrimonio non poté essere consumato, a causa delle mestruazioni di Vis.
Nel frattempo, giunse un messaggero dello Scià, che chiese la mano della bella principessa, a nome e per conto del suo padrone Mobed.
Mentre Sehr rimase attonita e confusa, poiché non si ricordava del giuramento, Vis rifiutava qualsiasi proposta e non voleva andare dallo Scià, ed era molto triste per aver perso sia il fratello e sia il marito, prima che il matrimonio fosse consumato.
Neanche un carico di tesori, potevano cambiare la sua antipatia nei confronti dello Scià Mobed, malato d'amore, che fece arrivare la futura regina a casa sua, con immensa gioia, sembrava “come un leone affamato, messo a fare la guardia a un branco di asini selvatici".

Vis, dalla tristezza dimagrì, divenne come un ago, e il suo viso impallidì come lo zafferano.
Convinse la governante, che l’aveva nutrita fin dall'infanzia, di utilizzare un incantesimo per mitigare la virilità di Mobed.
La governante ubbidì, e preparato un talismano, lo nascose per un mese, come una soluzione temporanea, ma un’alluvione portò via il magico oggetto e mascolinità di Mobed rimase bloccata per sempre, e Vis, malgrado si fosse sposata per ben due volte, restò vergine.
Il fratello minore di Mobed, il seducente Ramin, avvertì un’ardente passione per la regina fin dal primo giorno che la vide.
Dopo tante seccature, convinse la governante a esternare alla regina il suo appassionato amore, ma poiché Vis era tanto bella quanto ingenua, rifiutò le di lui attenzioni.

L’anziana governante, questa volta utilizzò di nuovo la sua magia, per attirare l’attenzione di regina verso il passionale principe e trovare il piacere.
Così, alla fine, quando Mobed partì per un viaggio, la governante accompagnò Ramin nell’appartamento della regina.
Insieme nell’alcova, si raccontavano i loro passati dolori e le gioie.
Nell’immenso piacere amoroso Vis si sdraiava su un fianco, come un maestro tra i maestri, e Ramin, come il sole e la luna, prendeva tra le sue braccia il suo lungo collo.
Se li avessero visti degli angeli, non sarebbero stati in grado di decidere chi fosse più bello tra i due amanti, e nemmeno se su quel letto si distendevano uno o due persone.
Il letto era pieno di rose e di gemme.
Ma, Mobed seppe del tradimento.

Per anni, non seppe scegliere tra la rabbia e il perdono, la misericordia e la vendetta, mentre Vis e Ramin, nonostante il loro pentimento, si lasciavano trascinare dalla magia dell’amore e continuavano a cedere alla passione ogni volta che lo Scià si assentava.
Anche se, l'amore dello Scià per fratello placò la sua rabbia, certamente la posizione di Ramin era piena di pericoli; così, un suo amico lo convinse ad abbandonare la corte e trovarsi una nuova amante.
Ramin accettò questo consiglio, abbandonò il palazzo, e subito fu sedotto da una ragazza bella come il sole.
Il suo nome era Gul.
Aveva un carattere e una bellezza impeccabile. Era come un fiore in primavera, che rallegrava il cuore e disperdeva il dolore; era sempre retta nei comportamenti, rapiva il cuore degli uomini in un istante, dominava tra le bellissime, e attirava gli uomini con astuzia.

Ramin e Gul si sposarono, Ramin scrisse una lettera a Vis dicendole che si era annoiato di lei.
Il contenuto di questa lettera spezzò il cuore di Vis.
Dopo un po’ di tempo, Ramin si annoiò anche di Gul, che abbandonò, nonostante la promessa di fedeltà fino la morte, e fece ritorno da Vis.
Al suo ritorno, con solerzia, preparò un complotto per spodestare dal trono il fratello Mobed.
Mise insieme un esercito, ma, la notte prima della battaglia decisiva, un cinghiale imbestialito finì nel campo dello Scià, che ferito mortalmente dall’animale.

Così, Ramin salì al trono, senza dover uccidere il fratello.
Ramin sposò Vis, così il re e la regina vissero per altri ottantatré anni.
Non importa quanto sia tormentato il destino dell'uomo, alla fine si può sempre affermare, che non c'è gioia senza dolore.
La sua rosa è piena di spine e la sua gioia è piena di problemi, l'amore è una sfortuna, e il suo esito è la sconfitta.

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