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Categoria: CULTURA E VIVERE

Taranto - una città boema

Come ogni scrittore, anch’io, ho dei difetti che tento di nascondere, mentre cerco di porre in risalto i miei pregi. Sarò sincera e vi dirò che ho creduto sempre di non avere estro per la descrizione di una città. La mia anima non si era mai posta in sintonia con l’anima di una di essa.Ma, alcuni giorni fa sono andata a Taranto a presentare un mio libro. Benché antica, non è certamente una città artistica o turistica. La chiamano la “città vecchia” ma quando l’avevo visitata quel mercoledì, vi assicuro, era tutt’altro. Era boema. Proprio così, boema. Così, appena tornai a Roma presi la mia penna. Avete capito bene? Non il mio portale. La mia penna. Iniziai a mettere nero su bianco tutto quello che avevo udito quel mercoledì.

 

 

Ogni strada, ogni palazzo, ogni ponte aveva da dirmi qualcosa. Ammirare il ponte girevole aprirsi è una bella emozione.Rimasi incantata, osservavo gli indigeni e tentai di memorizzare ogni loro parola. I palazzi vecchi, o boemi come io preferisco chiamarli, sembravano abbandonati a se stessi, ma non si sentivano soli. Mi domandai subito: se sembrano abbandonati, allora cosa li rende cosi affascinanti? Guardai intorno a me ed ebbi la risposta da essi.

Hanno il mare che li cinge. Il sole che li illumina. Il tramonto che li colora. Le stelle che li coronano. La gente che li sorride.Tutti sorridono, anche se dentro di loro soffrono. I giovani sfruttano ogni iniziativa buona e si divertono, lasciando alle spalle tutto il resto. E guardano al futuro immaginando lo stesso scenario: un’isola nei loro sogni.

Ora immaginate un aereo che sta fermo sulla pista. Sembra abbandonato e nessuno vuole salirci, ma si sentono delle voci singolari: Quell’aereo porta sull’“Isola dei sogni”. Tutti sono fermi. La gente attende che qualcuno faccia un passo avanti, mentre l’aereo è in attesa che il suo primo viaggiatore salga a bordo. Finalmente qualcuno si fa’ avanti, il più coraggioso, che non ha più voglia di aspettare, ma di partire. L’aereo sta per decollare. Gli altri lo lasciano andare e continuano ad aspettare il suo ritorno. Ecco il primo viaggiatore sta ritornando. L’espressione del suo viso parla da sola. E’ una conferma che tutti capiscono. Lui sta proseguendo nella direzione ignota, allontanandosi, lasciando dietro di se un’ombra che non vuole scomparire. Tutti, con curiosità, fissano quell’ombra domandandosi: E’ un sogno? Continuano a osservare quell’aereo, ma questa volta con grande passione e tanta tentazione di salire a bordo per partire.

MENECMO I

Ricordo che partii con mio padre per Taranto, al mercato. Ma poi, nella

gran confusione, restai diviso da mio padre e fui portato via.

 

Chi sarà il prossimo viaggiatore?

A cura di Sladjana

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