Il violinista di Marc Chagall
Due figure in primo piano, il padre col violino e il propio figlio, dietro una casa instabile, sproporzionata, vicino alla quale due donne salutano in lontananza i musicisti appena passati di lì.
Esse si trovano lontano, sulla prospettiva di una strada che conduce in fondo alle valli di un paesaggio fantastico, dagli alberi stilizzati e brulli, il cielo cupo e piatto, i colori in prevalenza caldi ma spezzati da grandi aloni di pasta marrone e altri toni più o meno terrosi. Le figure e l'intera composizione subiscono tagli obliqui e riduzioni schematiche, una sintesi formale quale risultato di un'interpretazione cubista della realtà. Un espediente per inventare. La voglia di sconvolgere e reinventare il mondo reale per Chagall si lega, come in questo caso, al suono sottile, vago e graffiante del Violino; e la musica gitana ricca e antica, con il suo potere di condizionare e rinnovare la tradizione occidentale.
Tratto dalla tesi di Bruno Morelli: I Rom nell'arte
Immagine: "Il Violinista" di Marc Chagall
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