SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

sbalzo-offensivo

CENNI STORICI SUL CADORE

ANNO 1915

 

Il primo sbalzo offensivo.

Nei primi giorni dopo l’inizio delle ostilità, le nostre truppe si impadronirono di tutti i più importanti passi di confine, specialmente nel settore occidentale (IX° Corpo); il 1° Corpo d’Armata occupò la conca di Cortina d’Ampezzo ed il Passo Tre Croci.

Ritirandosi dalla conca anzidetta, il nemico aveva fortemente occupato i due sbocchi che immettono in  essa da occidente e da nord; sbarrandoci, cioè, la strada delle Dolomiti (la grandiosa strada di arroccamento costruita qualche anno prima, e con grandi spese, dall’Austria) all’altezza del Passo Falzarego e con le difese disposte nel fondo di Val Boite, lungo le altura di Podestagno – Som Pauses – Croda dell’Ancora, l’altra grande rotabile, detta di Alemagna, che da Pieve di Cadore conduce a Schluderbach (Carbonin).

 

Ai primi di giugno, le truppe della 2ª Divisione attaccarono due volte (il giorno 8 e il 13) le difese di Som Pauses, ma più giorni di valorosi sforzi non valsero ad infrangere le molteplici linee dei reticolati, sui quali si concentrava il fuoco micidiale delle artiglierie e delle mitragliatrici nemiche.

Deciso atteggiamento di resistenza manteneva anche l’avversario alla testata di valle Rienza, dove occupava la sommità settentrionale del monte Piana, ripetutamente cercando di ricacciarci da quella meridionale; in Val Padola, ove ci ritoglieva il 3 giugno, la Cima Frugnoni; e nell’alta Val Visdende, ove, il giorno 10, riusciva a sorprendere sull’importante osservatorio di monte Peralba.

Per contro, i nostri (10ª Divisione) attaccarono il giorno 15, le posizioni di forcella Dignas ed Cima Palombino, per acquistare il dominio della Valle Obertilliach (affluente del Gai); a Forcella Dignas, una saldissima linea di trinceramenti arrestò le nostre fanterie, ma la Cima Palombino, dopo 4 giorni di lotta, cedette al valore del battaglione alpino Fenestrelle.

Le truppe del IX Corpo, intanto, si erano spinte in Val Cordevole ed in Val Costiana, ma dovettero ben presto arrestarsi, dopo aver subito perdite notevoli, davanti ad una formidabile barriera montana che stendendosi dal Col di Lana, per il Sief, il Settsass, il Piccolo Lagazuoi, Punta Falzarego, Cima Bois e la Tofana 1ª (o di Roces), costituiva come un bastione difensivo dello sbarramento Alto Cordevole, un secondo di questi bastioni, fra monte Cadin e lo Schwabenalpenkofl (Punta dei Scarperi), spinto fino alla Punta del Forame e Monte Piana, proteggeva il gruppo fortificatorio di Landro-Plaqtzwiese; un terzo, da Val Bacher fino a monte Eisenreich (M. del Ferro), proteso fino al Passo della Sentinella Croda-Rossa, costituiva la difesa avanzata dello sbarramento di Sexten.

Alla estrema sinistra dell’Armata, infine, reparti della 18ª Divisione (IX Corpo) poterono impadronirsi dei Passi di Valles, di San Pellegrino, di Ombretta, di Ombrettola e del Passo Fedaia, a nord e a sud della Marmolada, ma invano tentarono poi di sboccare da essa verso ovest.

 

Tratto da:

CENNI STORICI SUL CADORE

edito dalla

BRIGATA ALPINA CADORE

SM – UFFICIO OAIO

Generale di Brigata (ris) Antonio GELSOMINO

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