SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

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Trasformazione dei partiti

Anno 2008_12 Marzo


Il 15 Marzo, la LIDU, cogliendo l’occasione delle prossime elezioni politiche e dandone contemporanea comunicazione alla stampa, stila ed invia ai partiti un “appello”, acciocché s’impegnino, all’interno dei loro programmi elettorali e nell’ambito della loro futura attività di governo o d’opposizione, a difendere ed implementare le tematiche relative alla difesa dei Diritti Fondamentali dell’Uomo, ivi compresi quelli inerenti alle minoranze, occasionalmente stanziali od immigrate, senza discriminazioni di razza, etnia, luoghi di provenienza, sesso, costumi, credo religioso o politico, opinione, etc.
Questo, l’appello formulato dopo attenta ed approfondita discussione degli organi deliberanti e delle potestà istituzionali della LIDU.

 

La Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, membro autorevole della Fédération Internationale des Ligues des Droits de l’Homme, nonché primo sodalizio, nel mondo, a costituirsi a presidio della difesa dei Diritti Universali dell’Uomo (le sue origini, avvenute nel 1922, prendono addirittura spunto dalle Leghe garibaldine per la Democrazia), nell’imminenza della “tornata” elettorale, sente il dovere istituzionale di lanciare un appello alle forze politiche in campo, acciocché, nel confronto di programmi e di idee che le vede protagoniste, vengano, innanzitutto, salvaguardati metodiche, valori e propositi di rispetto assoluto dell’uomo e del cittadino, nonché recepiti suggerimenti etico-morali su questioni nazionali ed internazionali che, nella prospettiva, consentano di perseguire il fine di una società migliore, più giusta e più equa.

La cosiddetta “trasformazione dei partiti”, avvenuta a seguito delle note vicende del 1992, ancorché paludata da parvenze di natura universale, nella sostanza ha, per lo più, indotto comportamenti di mero opportunismo e di schieramento pregiudiziale ed apodittico, da cui è discesa l’espressione, d’accezione negativa, di “trasformismo” di convenienza, parola che era, invece, nata, come sinonimo di sano ”evoluzionismo”.
Ciò non ostante, questo fenomeno ha determinato, in positivo, l’adesione piena ai principi costituzionali ed alla democrazia rappresentativa delle ali più estreme dello schieramento politico, spesso caratterizzatesi, in passato, per atteggiamenti di natura alquanto eversiva rispetto alla prassi di sistema codificata nella Carta Costituzionale.

Pur tuttavia, l’insieme dei comportamenti di molti tra i più importanti rappresentanti dei partiti, sempre più improntati all’autoreferenzialità ed al perseguimento di finalità occasionali, hanno, di fatto, teso ad isolare la cosiddetta classe politica, oggi qualificata addirittura come “casta”, dai comuni cittadini elettori ed a determinare condizioni di iato sostanziale tra il “fare” della politica ed il “sentire” della pubblica, comune opinione.
Per tanto, la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, fermamente convinta che una Democrazia rappresentativa non possa che estrinsecarsi in un controllo costante sull’attività di governo e di legislazione, così come nell’elaborazione e prefigurazione di strategie di lungo periodo per la società e per le istituzioni, anziché caratterizzarsi, entro orizzonti di corto respiro, per la conquista o la conservazione del mero potere gestionale della cosa pubblica tra un’elezione e l’altra, chiede a tutte le forze politiche in campo di esprimere volontà e progettualità di lungo periodo, che siano in grado di trasformare in senso evolutivo la società, onde soddisfare positivamente e progressivamente le aspettative dei cittadini, minoranze comprese. Minoranze che sono spesso, a prescindere dalle dimensioni di rappresentanza che le contraddistinguono, portatrici di idee “emancipatrici” ed innovative di giustizia, equità sociale, perequazione economica e quant’altro serve a “svecchiare” contesti statuali “ingessati” da stratificazioni storiche di interessi costituiti da meschina volontà di conservazione.

Entro questo orizzonte di riferimento generale, la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo chiede, quindi, innanzitutto: a partire dalla ratifica dei trattati “criptocostituzionali” di Lisbona, un’integrazione politica europea in materia di politica estera e di difesa, in modo da rendere l’Europa, nel mondo della globalizzazione, un’Unione sovrannazionale assai coesa, nello spirito, nell’anima e nell’agire, tra cittadini indipendenti;

Una rielaborazione generale del cosiddetto “sistema pensionistico” che il calo demografico rischia di trasformare in una catastrofe finanziaria ed in una vera e propria crisi dello Stato sociale di diritto;

una soluzione stabile dello smaltimento dei rifiuti nella loro più ampia accezione, che, seppure assurto a grave evento socio-sanitario in Campania, già si prefigura come problematica nazionale da affrontare al più presto, in via generale, con soluzioni integrative od addirittura alternative rispetto a quelle in essere, in modo da salvaguardare veramente, prescindendo da improvvisazioni ideologiche e velleitarismi di maniera, ambiente e salute pubblica.
Oltre queste “urgenze” la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, con riferimento più specifico alle tematiche che sono alle origini della sua istituzione, ritiene debbano essere affrontate e risolte, a livello nazionale ed internazionale, le questioni indotte dal progresso scientifico in materia di concepimento, di ricerca embrionale e staminale, di aborto, di diritti delle donne, di libertà d’opinione, espressione e credo religioso, di salvaguardia della vita di ogni uomo e di inviolabilità assoluta, sia fisica che morale, dei minori, esposti, non solo sempre più ad atti d’esecrabile “sopraffazione” da parte degli adulti in genere ma, addirittura, a brutali soperchierie di regime contraddistinte, fin dalla prima età, da sfruttamento di lavoro ed indottrinamento ideologico.

La Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo ritiene, inoltre, che pure i temi relativi al “Consenso informato” ed al “Testamento Biologico” non possano e non debbano essere affrontati da assemblee esclusivamente politiche, pregiudizialmente divise, nonché, in parte, composte da persone pronte a “sposare” qualunque posizione o causa pur d’inseguire indici di gradimento od umori di consenso rilevati da sondaggi estemporanei di dubbia oggettività.
Per aspirare ad avere soluzioni soddisfacenti su questi temi e su altri di pari peso, la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, ritiene, così come ebbe ad affermare Ralf Dahrendorf, che debbano essere costituiti, per così dire, “senati etici”, composti, oltre che da rappresentanze politiche, da personalità del mondo accademico, della ricerca pubblica e privata, da periti, da magistrati, imprenditori, produttori e, perché no!, da gente comune.

Molteplici sono i problemi che agli inizi del terzo millennio assillano le istituzioni nazionali ed internazionali preposte alla salvaguardia dei diritti.

 

E questo, perché, con l’evoluzione della società mondiale, nuovi bisogni si affacciano e si evidenziano all’orizzonte del’umanità, specie di quella mortificata e concussa nei propri diritti da regimi di diverso ordine e specie, tutti comunque caratterizzati da volontà ideologicamente prevaricatrice.


Se, ad esempio, l’Italia è assillata dal problema della giustizia giusta, dei processi lunghi, dell’immigrazione incontenibile, della criminalità organizzata e delle nuove povertà, che la crisi economica sempre più induce, altre realtà statuali denunciano pure condizioni di patente ingiustizia nei confronti dei minori, delle donne, degli omosessuali, transessuali etc., nonché discriminazioni e persecuzioni di stampo fondamentalista, per non dire addirittura “millenarista”, verso chi esprime convinzioni religiose diverse da quelle di regime, verso chi è di pelle diversa, di idee politiche diverse, di diverso pensiero.

Di più, al cospetto di tante e tante aberrazioni, non ultimi i delitti sull’ambiente, che costituiscono il substrato di una vera e propria cultura della morte al cospetto della cultura della vita, che dovrebbe contraddistinguere le popolazioni civili, laicamente e saldamente legate alla sacralità dell’uomo e del cittadino, rispettoso delle prerogative degli altri, nonché faber, come ebbe ad affermare Marco Aurelio, del proprio destino, non possiamo che inorridire rispetto al fenomeno delle mutilazioni sessuali femminili, della lapidazione delle donne, delle condanne a morte per blasfemia ed omosessualità (comminate, secondo Sharia, da tribunali religiosi attraverso fatwe che autorizzano chiunque ed in qualsiasi parte del mondo ad eseguirle e ad averne merito in questa o in altra vita), delle pubbliche impiccagioni quale monito e spettacolo per folle deliranti.
La LIDU, tratto spunto dalla “ridda” di informazioni estremamente gravi provenienti dalla Conferenza di Ginevra (Durban 2) contro il razzismo, nel corso della quale sono emerse pesantissime condanne del regime dei mullah in Iran, nonché “feroci” accuse personali nei confronti del premier Ahmadinejad, in quanto “dittatore” e “torturatore” di oppositori ed avversari politici.

Tratto dal documento della Lega Italiana
dei Diritti dell’Uomo Onlus:
Testimonianza
“Report 2008-2009”
Iniziative, documenti, prese di posizioni, deliberati,
lettere, ecc. in materia di diritti, nel biennio
curato da Gian Piero Calchetti e Sara Lorenzelli
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