SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

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Combatti l’alcolismo con autoipnosi

Per molti secoli si è ha creduto che l’alcolismo fosse una debolezza umana. Ora, invece, sappiamo che si tratta di una malattia, il cui sviluppo si può fermare, e che, verosimilmente, potrebbe non essere completamente debellata.  Anche se un alcolizzato non beve neppure un goccio di alcool, rimane sempre un alcolizzato.

Poiché, se anche una sola volta, si fa vincere e sedurre, bevendo un solo sorso d’alcool, la malattia si rimanifesterà.
Esistono pochi modi per aiutare un alcolista. Tra essi il migliore è l’auto-ipnosi.
L’auto-ipnosi presuppone che l’alcolista si auto convinca del suo stato di malato e contemporaneamente manifesti un forte desiderio di guarire. Quando il signor Bernhausen venne nel mio ufficio, era intenzionato per davvero di liberarsi da questa schiavitù.  Anche se aveva solo venticinque anni, aveva già completamente distrutto la sua vita.


Invano, per due anni, ha cercato di trovare un lavoro. Era un operaio esperto e ottimo artigiano.Già nei precedenti anni non gli riusciva di svolgere alcun lavoro per più di due settimane, poiché, dopo solo un paio di giorni di lavoro si presentava ubriaco e, in tale stato spesso, non era in grado di svolgere tutto il lavoro assegnatogli.
L'anno scorso, gli fu ritirata anche la patente di guida, perché ad un controllo della polizia stradale, fu sorpreso mentre guidava con un tasso di alcool nel sangue di molto superiore a quello consentito dalla legge.
Una settimana prima la moglie lo aveva lasciato e portato con sé i loro due figliuoli. Date la sommatoria delle circostanze, non è stato, per niente, una sorpresa che il soggetto abbia manifestato il pensiero di togliersi la vita. L’anziana madre era riuscita, comunque, a convincerlo di provare ancora una volta a curarsi.
Bernhausen, inizialmente non era favorevole, poiché due precedenti trattamenti di cura, non avevano dato i risultati auspicati. Infatti, dopo il primo trattamento era riuscito a non bere per cinque mesi; poi alla seconda terapia, cedette al consumo dell'alcool dopo solo quattordici giorni, e quindi aveva concluso che questo tipo di trattamenti di riabilitazione non lo potevano aiutare.
Gli ho, accuratamente e con molta pazienza, spiegato le possibilità insite dell’autoipnosi.Per garantire almeno una qualche possibilità di successo, ho svolto opera di convinzione, invitandolo a collaborare. Non conosceva molto d’ipnosi, né credeva nel suo successo. Gli ho chiarito che, anche quando l’ipnotizzato non crede in essa, non vi è alcun contrasto, poiché l'ipnosi funziona a prescindere. L’importante è non ostacolarla con il dubbio, e collaborare. Questo era tutto ciò che gli chiesi.
Bernhausen si dimostrò essere un paziente difficile e, continuamente, poneva nuove obiezioni e le ragioni per cui, nel suo caso, riteneva l'ipnosi non appropriata, del tutto senza speranza.
Tuttavia, forte delle mie suggestioni, gli feci dettare sul nastro di un registratore queste parole:

«Sono completamente tranquillo. Sono completamente calmo e tranquillo. Respiro con calma e in modo uniforme, e percepisco che ad ogni respiro sprofondo, sempre più, in grande stato fisico di stanchezza e peso. Mi lascio spingere a ogni respiro in basso, basso, sempre più in profondità. Niente può disturbarmi. Una piacevole sensazione di stanchezza e peso si diffonde per tutto il mio corpo. I miei piedi e le mani sono diventati pesanti, le mie gambe e le mani stanno diventando sempre più pesanti, più pesanti, più pesanti; non riesco più sollevarli e non voglio farlo; mi lascio sprofondare in un meraviglioso ed inebriante senso di stanchezza e peso; sto diventando sempre più stanco, sto diventando sempre più stanco, sono interamente stanco».


Dopo aver effettuato una pausa di circa un minuto.

«La mia stanchezza è grande e pesante, mentre il mio corpo è pesante come il piombo. Respiro in modo uniforme e calmo e mi sento bene. Non mi tormenta più alcun problema. Mi sento molto bene. Voglio risolvere tutti i miei problemi, e li risolverò. Da quest’intenzione nulla può dissuadermi. Non ho più alcun desiderio di alcool. L’alcool non mi attira. Sono del tutto indifferente ad alcool, non m’interessa più. Per l'alcool, sotto qualsiasi forma, sento un forte disgusto e quel disgusto aumenta sempre. Solo il pensiero all’alcool mi dà fastidio. Non appena penso a esso percepisco subito una forte avversione. Ogni volta che vedo l’alcool, l’avversione aumenta. Da questo momento non berrò mai più. Niente potrà distrarmi da questa decisione, perché sono felice, perché, finalmente, sto facendo qualcosa per la mia salute. Ogni giorno mi sento meglio e non berrò mai più alcolici. Io non voglio più bere e non berrò. La mia avversione per l'alcool in qualsiasi forma sta diventando di giorno in giorno più forte. Solo il pensiero all’alcool m’impaccia, e solo il pensiero all’alcool mi ripugna. Se in futuro, tuttavia, prendo solo un sorso di alcool, mi sentirò subito così male che dovrò vomitare. Pertanto, non ci proverò nemmeno. Non berrò mai più alcolici per davvero. Non voglio più bere alcolici, e non lo farò mai più. Ogni volta che vedo una bottiglia di liquore, il mio disgusto ed avversione per l'alcool si rafforza. Sono felice di non consumare più alcool. Nulla può distrarmi dalla mia intenzione. Io non voglio più bere alcool e non lo farò mai più. Non berrò mai più! Non berrò mai più! Ogni giorno mi sento sempre meglio, e sono contento e felice, perché, alla fine, ce l’ho fatta. Finalmente sono libero!»
Solo una settimana dopo, mi ha chiamò sua madre, disperata, per comunicarmi che il figlio era ubriaco nuovamente. Le ho chiesto, comunque, di continuare ad incoraggiarlo, e malgrado ciò di continuare le sedute di trattamento, per almeno altri tre mesi. Trascorso più di un anno, il giovane, un giorno, all’improvviso, apparve sulla porta del mio ufficio, mostrandomi la sua nuova patente di guida. Aveva superato l'esame, ed era trascorso già più di un anno dall’ultima volta che aveva assunto dell’alcool.

Dal libro "DIE HOHE SCHULE DER HYPNOSE" , Geneve 1977

Autore: Kurt Tepperwein

Immagine: morguefile

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