SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA
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- Elia,Uomo dell’assoluto di Dio
Un cammino sulle orme del profeta guidati dagli affreschi di Gaspard Dughet nella Basilica di Ss. Silvestro e Martino ai Monti
3. (sul precedente)
Il profeta Elia rimprovera Acab re d’Israele per la idolatria.
- Il soggetto è tratto da: 1 Re 18, 16-18.
Abdia andò incontro ad Acab e gli riferì la cosa.
Acab si diresse verso Elia.
Appena lo vide, Acab disse a Elia: “Sei tu la rovina di Israele!”.
Quegli rispose: “Io non rovino Israele, ma piuttosto tu insieme con la tua famiglia, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito Baal”. (1 Re 18, 16-18)
Tratto dall’elaborato:
ELIA, UOMO DELL’ASSOLUTO DI DIO,
redatto a cura di Roberto Russo,
per la Basilica Santi Silvestro e Martino ai Monti
Via del Monte Oppio 28 - 00184 ROMA
CONSULTA ANCHE:
Il Signore parla ad Elia rifugiato in una grotta del monte Oreb nel Sinai.
Il profeta Elia chiama Eliseo al ministero profetico.
I discepoli dei profeti dimoranti in Gerico riconoscono come loro padre Elise.
Gli orsi sbranano alcuni ragazzi che a Betel irridono il profeta Eliseo.
Il sacrificio di Elia sul Monte Carmelo contro i falsi profeti di Baal.
Il profeta Elia vede sul Monte Carmelo la nuvoletta ascendente dal mare.
Il profeta Elia è rapito al cielo su un carro di fuoco, alla presenza di Eliseo.
Il profeta Elia compie la missione ricevuta da Dio di ungere Azael quale re di Siria.
Sobach prevede in sogno lo straordinario ministero del proprio figlio, il profeta Elia.
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- Elia, Uomo dell’assoluto di Dio
Un cammino sulle orme del profeta guidati dagli affreschi di Gaspard Dughet nella Basilica di Ss. Silvestro e Martino ai Monti
2. (sopra la porta della sagrestia):
Il profeta Elia chiama Eliseo al ministero profetico.
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LA BASILICA
II. DESCRIZIONE DELLA BASILICA
Si dà qui una breve descrizione della basilica con riferimento allo stato attuale.
1. Altare maggiore, presbiterio e abside
L’attuale altare risale alla fine del sec. XVIII e sostituisce il precedente che a sua volta nel 1598 era stato collocato al posto del primitivo.
Il disegno è di Francesco Belli, di cui sono anche i candelabri che vi si collocano nei giorni di festa.
Le spese sono state ricoperte in parte dai Carmelitani e in parte dal card. Zelada.
Ricco di marmi pregiati e di ornati in bronzo dorato, è sormontato da un tempietto marmoreo a forma di cupola poggiante su esili colonnine di alabastro inserite in un blocco di verde marmo.
Assai elegante l’urna dal verde antico su cui poggia la mensa dell’altare.
L’architettura dell’abside è secondo la sistemazione fattane dal Gagliardi, mentre la decorazione (che ha sostituito le seicentesche pitture di Galeazzo Leoncini) sono della fine del secolo XVIII.
Dovute ad Antonio Cavallucci e scuola, le pitture raffigurano: nell’abside al centro: il Padre Eterno benedicente, la Madonna con il Bambino, i SS. Pietro e Paolo; in basso (da sinistra) i santi: Andrea Corsini, Maria Maddalena de’ Pazzi, Pier Tommaso di Aquitania, Teresa di Gesù.
Nell’arco trionfale, a destra: S. Martino di Tours e S. Francesco Saverio; a sinistra: S. Silvestro e S. Carlo Borromeo.
Il coro, disegnato dal Belli, è stato intagliato da Giovanni Panatta.
Al centro vi è una immagine del Cristo di Giovanni Micocchi.
Il pavimento del coro e del presbiterio è ricoperto di marmi pregiati, con ripresa dei colori dell’altare maggiore.
2. La decorazione della navata centrale
Una decorazione unica forse nel suo genere artistico e anche per valore didattico religioso è la serie di stucchi dorati che ricoprono l’architrave marmoreo.
L’opera è stata realizzata tra il 1649 e il 1652 da Paolo Naldini.
Gli stucchi formano un duplice ciclo: quelli della fascia di destra rappresentano simboli riferentisi ad episodi biblici e a disposizioni del culto ebraico; mentre quelli della fascia di sinistra raffigurano scene e strumenti di martirio.
Da tale documento plastico il fedele viene sollecitato a contemplare le principali tappe della salvezza e del popolo eletto d’Israele, ad ammirare la forza eroica dei martiri cristiani.
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Il ciclo di affreschi del Dughet
[ i soggetti del ciclo di affreschi saranno presentati in questa sezione successivamente e tratti da “Elia uomo dell’assoluto di Dio” edito a cura di Roberto Russo]
Nelle navate laterali tra le tante opere d’arte vi è il notevole ciclo di affreschi realizzati tra il 1640 e il 1655 da Gaspare Dughet.
Pieni di luce e di aria, vivaci di movimenti e di colori, questi affreschi dall’aspetto insolito per un luogo sacro costituiscono, si può dire un “unicum” della tematica decorativa nelle chiese romane.
I soggetti trattati sono la vita di Elia profeta, venerato come ispiratore e padre dai Carmelitani, e alcune tradizioni dell’Ordine.
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LA BASILICA
I. ASTERISCHI STORICI
La storia della basilica dei SS. Silvestro e Martino ai Monti copre un arco di tempo che va dall’inizio del secolo VI ai nostri giorni.
I dati principali possono essere così schematizzati:
* Verso il 509 papa Simmaco fa edificare – sopra il titolo di Equizio – la basilica, dedicandola a S. Martino.
La basilica viene detta poi anche comunemente di S. Silvestro.
Restaurata nel 772, da Adriano I, sembra che avesse dodici arcate ricoperte d’argento al pari della confessione e del ciborio dell’altare maggiore.
Di essa son rimasti alcuni capitelli (usati nell’attuale basilica); un certo numero di tegole (riutilizzate nel tetto dell’attuale basilica e ora deposte in un locale del titolo); e forse tre colonne (quella in sagrestia e le due che si trovano ora nel titolo).
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