SCUOLA SCIENTIFICA TESLIANA DI NATUROPATIA OLISTICA

campanile

 

DUOMO di SAN GREGORIO MAGNO

MONTE PORZIO CATONE

Cappella di SANT’ANTONINO MARTIRE, PATRONO DI MONTE PORZIO CATONE


Questa cappella del Duomo è dedicata al Patrono principale di Monte Porzio Catone: Sant’Antonino M..
Di lui si sa pochissimo: arabo, nativo di Apamea di Siria, Antonino è vissuto all’incirca nel III secolo d.C.. Di professione scalpellino, cristiano battezzato, viveva il vangelo ed annunciava con la sua vita il Signore. Muore martire (cioè “testimone” di Cristo), lapidato al tempo delle persecuzioni di Diocleziano (303-305), le più lunghe e violente che l’antichità abbia mai conosciute.
Così anche attestano le poche righe a lui dedicate nel nuovo Martirologio Romano (ed. 2001) che ne fissa la festa liturgica il 2 settembre, giorno del suo martirio.

 

facciata

 

DUOMO di SAN GREGORIO MAGNO

MONTE PORZIO CATONE

Altare di SANT’ANTONIO DA PADOVA


La pala dell’Altare, opera di Ciro Ferri (Roma 1634 – 1689), raffigura S. Antonio da Padova. In primo piano a destra inginocchiato è S. Antonio vestito dal saio francescano con le mani giunte posate su un libro aperto su un tavolo. Vicino al libro sono alcuni gigli, simbolo iconografico del Santo. Il volto del Santo è rivolto a sinistra, in alto, verso Gesù Bambino che cinto in un panneggio azzurro, è seduto su una nube dorata sollevata da una gloria di angeli. Commissionata anch’essa dal Principe G.B. Borghese, la tela risale al 1674 e risente dell’opera di Pietro da Cortona, maestro del Ferri.
Sotto l’Altare è posta l’urna contenente il corpo di Santa Giustina, vergine e martire. Non si hanno notizie certe su di lei. Secondo uno scritto agiografico del 1866, questa giovanissima romana si consacrò a Dio sin dalla più tenera età. Ricevuto da un tiranno l’ordine di sacrificare a Giove, rifiutò, fu torturata e imprigionata. In carcere scacciò visioni infernali facendosi il segno della Croce. Di nuovo ricevuto l’ordine di tradire Cristo, di nuovo rifiutò avviandosi al martirio il 6 ottobre 306. Il suo corpo fu tumulato prima nelle catacombe di S. Agnese sulla via Nomentana a Roma, poi in una chiesa.
Per molto tempo il corpo di questa martire è stato custodito nella cappella del palazzo della Fam. Statuti a Monte Porzio e poi nell’Oratorio di S. Antonino.

 

 

  • Foto concessa dalla fam. P. Bassotti di Monte Porzio Catone





Parrocchia San Gregorio Magno
Piazza Duomo 7 - 00040 MONTE PORZIO CATONE (RM)
PRO MANUSCRIPTO – MONTE PORZIO CATONE, AGOSTO 2003

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confessionale

DUOMO di SAN GREGORIO MAGNO

MONTE PORZIO CATONE

ALTARE MAGGIORE – PRESBITERIO


La pala dell’Altare maggiore, opera di Giacinto Brandi (Poli 1621 – Roma 1691), raffigura S. Gregorio Magno, rivestito dei paramenti liturgici e ben riconoscibile per la presenza di una colomba – simbolo dello Spirito – sulla sua testa, inginocchiato di fronte alla Vergine (così come è raffigurata nell’icona della Salus Populi Romani conservata in S. Maria Maggiore, basilica nella quale è presente una cappella Borghese e alla quale Rainaldi lavora) che, assisa in trono e circondata da angeli, ha in braccio il bambino Gesù. Attorno al papa stanno varie persone imploranti, alcune delle quali recano una croce astile e un cero. Sullo sfondo, a destra, è riconoscibile il profilo di Castel Sant’Angelo con un angelo in atto di rinfilare la spada nel fodero.

 

Il soggetto raffigurato si riferisce ad un episodio della vita di S. Gregorio (590-604) che, durante una terribile pestilenza che colpì Roma, ordinò che durante la processione di S. Marco, da lui istituita, i fedeli si facessero un segno di croce sulla bocca e innalzassero suppliche a Dio. Ciò fatto l’epidemia regredì e terminò completamente quando un angelo, in atto di rinfoderare la spada, comparve sulla sommità della Mole Adriana, da allora chiamata dai Romani Castel Sant’Angelo.
La scelta del soggetto è probabilmente da mettere in relazione alla nuova epidemia di peste che si era diffusa a Roma nel 1656, pochi anni prima cioè della realizzazione della pala, dipinta tra il 1666 e il 1674.
Nel presbiterio sono da segnalare il coro ligneo e i due “stendardi” delle Confraternite cittadine di Sant’Antonino Martire (a destra) e del SS.mo Sacramento (a sinistra, risale al 1807).

 

  • Foto concessa dalla fam. P. Bassotti di Monte Porzio Catone

 

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tabernaccolo

 

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MONTE PORZIO CATONE

Altare della MADONNA DEL ROSARIO


La pala d’Altare, opera di Guglielmo Coutois (St. Hippolyte 1631 – 1676), raffigura la Madonna del Rosario. A sinistra della tela, in alto, assisa sulle nuvole è la Vergine con il Bambino Gesù contornata da angeli. Al centro del dipinto sono altri angeli in volo con panneggi dai colori vivaci (rossi, azzurri, verdi), che si rivolgono verso S. Domenico e S. Caterina inginocchiati, in primo piano, nell’atto di ricevere il Rosario. Accanto a S. Domenico è raffigurato il cane, suo simbolo.
Commissionata dal Principe Giovan Battista Borghese, la tela risale con tutta probabilità al 1673.
Sotto l’Altare è posta l’urna contenente il corpo di Santa Laconilla, vergine e martire. Non si hanno di lei che le scarne notizie desumibili dalle due iscrizioni marmoree poste sulle pareti laterali della cappella stessa: dalla prima, rinvenuta presso la sua sepoltura catacombale, il nome e l’età (30 anni); dalla seconda che il 12 ottobre 1783 il Card. Duca di York, con rito solenne, ne traslava il corpo (donato dall’agostiniano Giovan Domenico Segarelli) dalle catacombe di S. Lorenzo in Roma, ove era stato rinvenuto, al Duomo, ponendo egli stesso l’urna della Santa sotto l’Altare che consacrava.

 

Foto concessa dalla fam. P. Bassotti di Monte Porzio Catone

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DUOMO di SAN GREGORIO MAGNO

MONTE PORZIO CATONE

L’attuale Duomo di San Gregorio Magno


La prima pietra dell’attuale Duomo di S. Gregorio Magno (che sorge sulle rovine del primo del 1580, v. sopra) fu posta, secondo le fonti, il 20 luglio 1666.
Il Principe Giovan Battista Borghese, proprietario di Monte Porzio, affidò la direzione dei lavori all’architetto Carlo Rainaldi (1611-1691), il migliore allora attivo a Roma (sue sono la Chiesa di S. Maria in Campitelli, la facciata di S. Andrea della Valle, la tribuna di S. Maria Maggiore, la risistemazione di Piazza del Popolo) ed architetto di fiducia della Famiglia Borghese.
Costruito – secondo alcune fonti – grazie ad un lascito di 100.000 scudi che tal Orazio Ricci di Novara destinò a Paolo V per la costruzione di una nuova chiesa, il Duomo (che costò 48.224,15 scudi) si impone ancor oggi in tutta la sua maestosa grandezza.
Lodato per la sua munificenza fin dalla Visita Apostolica del 1680, il Duomo è citato in tutte le fonti edite ed inedite, antiche e recenti, relative a Monte Porzio.
I lavori di costruzione del Duomo furono completati nel 1672, quelli di decorazione e rifinitura nel 1684 ca..

 

Il Rainaldi si contornò, per la fabbrica del Duomo, di collaboratori preziosi, artisti prestigiosi ben noti negli ambienti artistici romani: Pietro Jacomo Mola (costruzione, decorazione interna); Francesco e Cosimo Fancelli (decorazione plastica); e, per quanto riguarda i pittori delle tele degli altari, Giacinto Brandi, Ciro Ferri e Guglielmo Courtois (v. oltre), che sono tra le figure più importanti dell’ambiente artistico romano nel 1670-80.
Il Duomo venne consacrato dal Card. Enrico Duca di York, 115° vescovo di Frascati, il 1 giugno 1766.
La facciata è a doppio ordine di lesene, in pietra sperone, con capitelli dorici e ionici, alternata a specchiature in piccoli mattoncini, ed è coronata da un frontone triangolare contenente un grande stemma marmoreo.
Al centro si apre il portale d’ingresso (sormontato dalla scritta: DIVO GREGORIO MAGNO DICATUM – Dedicato a San Gregorio Magno), con frontone ricurvo, cui corrisponde, nell’ordine superiore, una grande e luminosa finestra rettangolare con cornice sagomata.
Ai lati della facciata, leggermente arretrati, sono i due campanili con orologio e cella campanaria.

La chiesa, a pianta a croce greca con un’accentuazione della profondità del presbiterio rispetto alle braccia laterali, ha tre altari e due piccole cappelle vicino all’ingresso. All’incrocio delle braccia si imposta la cupola ribassata. Gli altari, chiusi da balaustre, sono inquadrati da un imponente arco a tutto sesto poggiante su una trabeazione a dentelli alta e continua, sostenuta da alte paraste concluse da eleganti capitelli compositi.
Nelle quattro brevi pareti sono altrettante aperture, sormontate da quattro coretti ornati dal drago (nella parte inferiore) e dall’aquila (nella superiore) che sono nello stemma araldico dei Borghese e, oggi, anche nel gonfalone della Città di Monte Porzio Catone.
All’interno, oltre gli Altari e le Cappelle (v. oltre), sono da notare: i quattro confessionali (disegnati da Rainaldi stesso ed eseguiti da A. Aleggi, costituiscono una testimonianza del legame tra il Duomo e la chiesa romana di S. Maria in Campitelli, anch’essa opera di Rainaldi, perché identici nelle due); i 14 quadri della Via Crucis (XVIII sec.); la statua di S. Antonio Ab. (XVII sec.) e il grande organo (XIX sec.) posto sopra la bussola.

 

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